La Nuova Sardegna

La Sardegna è un’isola di pensionati e lavoratori dipendenti

di Alessandro Pirina
La Sardegna è un’isola di pensionati e lavoratori dipendenti

In media si dichiarano appena 17mila euro. Il dato medio nazionale è 21mila. Il reddito globale in Sardegna si ferma a 18,4 miliardi. In Lombardia è di 174

31 ottobre 2018
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SASSARI. Un sardo su due è un lavoratore dipendente, più di uno su tre è un pensionato. La fotografia dell’isola non si discosta molto da quella media dell’Italia, dove è leggermente più alta la percentuale di dipendenti e un po’ più bassa quella dei pensionati. Molto diversa è la fotografia dei redditi Irpef, dove la Sardegna scivola nella parte bassa della classifica. Solo 14esima a livello nazionale, anche se seconda tra le regioni del Mezzogiorno, superata solo dall’Abruzzo. Ma i 17mila e 700 euro dichiarati dai sardi sono molto lontani dalla media nazionale che sfiora i 21mila euro all’anno. E ancora di più dagli oltre 24mila euro di reddito dei lombardi. Lo studio del Servizio statistico regionale sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche nel 2017 immortala ancora una volta un’Italia a due velocità, con la Sardegna nel gruppone delle regioni costrette a rincorrere.

Contribuenti. Il numero dei sardi che ogni anno pagano l’Irpef supera di poco il milione. Per l’esattezza un milione e 50 mila persone, pari al 2,6 per cento della popolazione nazionale, nonché l’8,5 del Mezzogiorno. Gli uomini sono il 53,4 per cento, le donne il 46,6. Un divario che si accentua quando si analizza il reddito dichiarato. In questo caso, infatti il reddito femminile si ferma al 39,3 per cento. La maggior parte dei contribuenti sono dipendenti. Il 50,2 per cento dei sardi, pari 527mila, sono lavoratori subordinati. A livello nazionale la percentuale è leggermente più alta: il 51,8, ovvero un esercito di 21 milioni di lavoratori. In Sardegna è invece più alta la percentuale di pensionati: il 37 per cento, pari a 389mila, contro il 36, della media nazionale. Il restante 12,8 per cento, pari a 134mila contribuenti, va suddiviso tra lavoratori autonomi, imprenditori in contabilità semplificata e imprenditori in contabilità ordinaria. Ma anche titolari di reddito dominicale, reddito agrario, reddito di allevamento e produzione di vegetali, reddito da fabbricati.

Reddito complessivo. Il milione e poco più di sardi ha messo insieme in tutto 18,4 miliardi di euro. Il 2,2 per cento del totale nazionale. Un tesoretto se messo a confronto con quanto dichiarato dai lombardi, che con i loro 174 miliardi si confermano la regione più ricca d’Italia. Nettamente distanziata dal Lazio, secondo a quota 87 miliardi. A seguire il Veneto (77 miliardi), l’Emilia Romagna (75) e il Piemonte (70). Anche in questa graduatoria la Sardegna non va oltre il 14esimo posto, superata anche dal Trentino Alto Adige che ha 600mila abitanti in meno. Ma ha fatto meglio della Calabria, che rispetto all’isola è più popolosa.

Reddito medio. La Sardegna resta 14esima anche quando si analizza il reddito medio. In questo caso l’isola si ferma a quota 17.728 euro contro la media nazionale che arriva a sfiorare i 21mila euro annui, il 15 per cento in più. In cima alla classifica dei redditi più alti c’è sempre la Lombardia, con una media di 24.748 euro. Al secondo posto l’Emilia Romagna, a quota 23.024, che supera il Lazio, fermo a 22.912 euro. Nella top five anche il Piemonte e il piccolo ma ricchissimo Trentino Alto Adige. L’isola si trova molto al di sotto, ma insieme all’Abruzzo supera i redditi medi del Mezzogiorno. Tutte le regioni del Sud Italia, appunto a eccezione dell’Abruzzo, hanno un reddito medio più basso. La Sicilia si ferma a 16.275 euro, la Puglia a 16.228, la Calabria addirittura a 14.946 euro.

I più ricchi. Anche se numericamente sono minoritari, i lavoratori autonomi sono quelli che dichiarano i redditi più alti. In Sardegna sono appena il 3,4 per cento, più o meno 35mila, che hanno un reddito complessivo di 624 milioni di euro. Che equivale a una media di 33mila e 700 euro. Quasi il doppio di un lavoratore dipendente. Una cifra però nettamente più bassa di quella che è la media nazionale: in Italia un autonomo dichiara più di 41mila euro all’anno. Un risultato figlio delle dichiarazioni record di Trentino Alto Adige (52mila euro) e Lombardia (51mila). In coda l’intero Mezzogiorno, esclusa la Sardegna, dove un autonomo ha un reddito più alto di 2mila euro rispetto a uno del Sud Italia. In Calabria, infatti, la media non va oltre i 26mila euro.

Dipendenti. La metà del tesoretto da 18,4 miliardi è frutto delle dichiarazioni dei lavoratori dipendenti. Per loro un reddito medio di 17mila e 300 euro. Tremila euro in meno della media nazionale e ben 7 in meno dei colleghi milanesi. A guidare anche questa classifica è infatti la Lombardia con un reddito medio di oltre 24mila euro. A seguire il Lazio, il Piemonte e l’Emilia Romagna, tutte a quota 22mila euro. Eccetto l’Abruzzo, il resto del Mezzogiorno ha redditi da dipendenti più bassi della Sardegna. Non solo la Calabria (14mila e 800 euro), ma anche Puglia e Sicilia, intorno ai 16mila.

Pensionati. Sono il 37 per cento dei contribuenti sardi, pari a 389mila cittadini, e loro dichiarano un terzo del reddito complessivo, pari a 6,1 miliardi. Un media di 16mila euro e poco più per ogni pensionato. Mille euro in meno rispetto a quanto dichiara un pensionato italiano. In cima alla classifica, questa volta, c’è il Lazio, dove la dichiarazione media di un pensionato è di 19mila e 700 euro, seguito da Liguria, Lombardia e Piemonte, tutte sopra i 18mila euro. La Sardegna si trova al di sotto della media nazionale, ma sopra di mille euro rispetto a quanto viene dichiarato dai pensionati nel Mezzogiorno. L’isola, infatti, è la regione del Sud con le pensioni più alte. In Molise la media regionale non raggiunge i 14mila euro, in Calabria li supera di poco. Percentuali più basse anche per Sicilia, Puglia, Campania e Marche.

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