La Nuova Sardegna

Deriu: artigianato, le misure nella Finanziaria

Deriu: artigianato, le misure nella Finanziaria

Il consigliere del Pd: per rilanciare il settore servono 50 milioni in tre anni e una legge ad hoc

02 novembre 2018
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SASSARI. Cinquanta milioni in tre anni per ridare fiato a due settori in apnea. Artigianato e commercio, il ceto dei coraggiosi. Così li ha ribattezzati in un omonimo libro Roberto Deriu, presidente della commissione speciale che in 6 mesi ha messo ai raggi x i due settori, analizzando le tante, troppe criticità. «Io penso che per la prima volta ci sia stata una vera intesa tra noi e le categorie – dice Deriu, consigliere regionale del Pd –. Artigiani e commercianti hanno potuto finalmente dire come stanno le cose e la commissione è stata attenta alle loro richieste ed esigenze. Abbiamo fatto un’analisi profonda non solo dal punto di vista economico, ma anche psicologico. Nel libro “Il ceto dei coraggiosi” ho voluto ripercorrere il lavoro della commissione, che ci ha aiutato a entrare nell’ottica di queste due categorie, che, teniamolo bene a mente, rappresentano la metà dell’economia sarda». Da questo lavoro è emerso che i maggiori ostacoli per l’artigianato e il commercio derivano dalla pressione fiscale e dal costo del lavoro.

Di qui la decisione della commissione speciale, e dunque del Consiglio regionale, di studiare investimenti forti per le due categorie. «Sia interventi diretti con la riattivazione di leggi di settore che non sono state più finanziate negli ultimi anni che interventi di animazione e organizzazione delle reti sia artigiane che della distribuzione – dice ancora Deriu –. Penso ad alcune misure particolari di sostegno come quelle sulla certificazione, una cosa molto sentita dalle imprese, perché oggi l’obbligo di certificazione è molto costoso. E poi è fondamentale la lotta all’abusivismo, e su questo è necessaria la collaborazione dei Comuni. Perché è vero che la concorrenza sleale sfavorisce chi è in regola, ma allo stesso tempo sono necessarie misure per fare uscire gli artigiani dal sommerso. La cosa fondamentale di queste misure è che per la prima volta c’è una grande attenzione per la microimpresa, che è la stragrande maggioranza in Sardegna e che finora non trovava attenzione nei provvedimenti legislativi. Dopo la crisi è venuto meno quel fattore di vivacità che caratterizzava l’imprenditore artigiano e commerciale. Dobbiamo cercare di recuperare quel fattore». Il consigliere del Pd sottolinea poi come i vari interventi previsti siano equi dal punto di vista geografico. «Le microimprese sono distribuite in tutta l’isola, comprese le zone interne. C’è un legame molto stretto con lo spopolamento». La relazione finale della commissione speciale è stata approvata e ora sarà discussa dal Consiglio regionale. Nel frattempo il testo è già all’esame della Commissione artigianato che ha già fatto le audizioni con gli assessori Raffaele Paci e Barbara Argiolas. «Procederemo su due binari – spiega Deriu –. Estrapoleremo le parti finanziarie e le inseriremo nella manovra, mentre le parti normative verranno disciplinate come una legge ad hoc che può essere approvata anche dopo la Finanziaria. In questo momento il tema principale è il finanziamento per questi interventi. Sarà questa la nostra battaglia: le misure sono tutte concordate e necessarie e serve un finanziamento per fare sì che gli interventi siano efficaci. Parliamo di 60mila imprese e puntiamo a 15 milioni di euro in un anno. Insomma, per rilanciare l’artigianato servono 50 milioni in tre anni». (al.pi.)

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