La Nuova Sardegna

Stop di due ministeri: «No alle quattro corsie»

di Gian Mario Sias
 Stop di due ministeri: «No alle quattro corsie»

I dicasteri dell’Ambiente e dei Beni culturali: sarebbe troppo impattante Il sindaco Bruno: pronto al referendum. La Regione: si rischia l’incompiuta

16 novembre 2018
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ALGHERO. La “quattro corsie” che conduce da Sassari ad Alghero rischia di rimanere un’incompiuta. Per i ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali l’ultimo tratto, quello che dalla rotatoria di Rudas conduce sino al centro abitato di Alghero e a cui si dovrebbe innestare la bretella per l’aeroporto, non s’ha da fare. Meglio: si può fare, ma a due corsie. L’obiezione è sempre la stessa: una nuova strada a 4 corsie non è coerente ai dettami del Ppr. E se finora gli uffici ministeriali l’avevano buttata lì quasi come una provocazione, lasciando che Anas rivedesse di continuo il progetto, cercando di ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’opera ma senza che mai venisse messa in discussione la realizzazione di 4 corsie, ieri a Roma – in sede di commissione per la Valutazione di impatto ambientale – l’aut aut ministeriale è stato chiarissimo, perentorio. «O due corsie o niente».

Un ultimo avvertimento quasi insormontabile. Quasi, perché ancora non c’è nulla di scritto. E perché Regione e Comune di Alghero annunciano battaglia. E perché il territorio è già pronto alla lotta: al diffondersi della notizia, l’onda dell’indignazione si è subito trasformata in uno tsunami di rabbia e insofferenza contro quello che viene considerato l’ennesimo scippo. Per la Regione quella strada è perfettamente compatibile con le proprie leggi in materia di tutela paesaggistica, non foss’altro perché è stata pensata, decisa, progettata e in larga parte realizzata prima ancora che entrasse in vigore il Ppr, ma anche perché se la sua realizzazione avesse seguito il percorso inverso, partendo da Alghero verso Sassari, oggi sarebbe già finita da un pezzo e senza troppi discorsi. Per l’Anas un completamento a due corsie è assolutamente non rispondente agli standard di servizio basati sui dati di flusso del traffico che hanno legittimato, in tutti questi lustri, la fondatezza e la necessità di arrivare fino in fondo lungo quattro corsie. Per il sindaco di Alghero è una necessità, dalla sua realizzazione dipende lo sviluppo economico del territorio e un passo avanti per la concretizzazione del concetto di area, rete o città metropolitana, che senza uno dei suoi simboli realizzati è sempre più difficile immaginare.

Per i ministeri no: con un’interpretazione alla lettera del Ppr, includendo questa arteria viaria vecchia di 30 anni in un concetto di “strada nuova” un po’ troppo estensivo, ogni argomento è stato smontato. Mario Bruno ha fatto la voce grossa. Un rappresentante ministeriale gli ha spiegato che le scelte ministeriali discendono dagli input di alcuni algheresi e lui gli ha rinfrescato un concetto semplice. «Io sono stato eletto e non rappresento alcuni algheresi, ma tutti – ha detto Bruno a brutto muso – se davvero vogliamo conoscere il loro parere andiamo a referendum». Non è più pacata, se non nei toni, la reazione dell’assessore regionale ai Lavori pubblici, Edoardo Balzarini. «Oggi la direzione generale della Regione ha ancora una volta giustificato presso i ministeri di questo governo la fattibilità e il rispetto della normativa paesistica del completamento della strada Sassari-Alghero, interamente finanziata e progettata», dice l’assessore. «Una nuova incompiuta si realizza nel ridurre il tratto terminale a sole due corsie – conclude – non ci resta che l’azione di tutela amministrativa».

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