La Nuova Sardegna

Fine del precariato: a Sassari stabilizzati 214 lavoratori

Pinuccio Saba
Fine del precariato: a Sassari stabilizzati 214 lavoratori

Assunzioni a tempo indeterminato all’Aou, c’è chi attendeva da 25 anni

22 dicembre 2018
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SASSARI. «Un momento straordinario, che abbiamo perseguito con costanza, determinazione e volontà». Così il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Antonio D’Urso al personale precario (ex) che ieri mattina ha firmato un contratto a tempo indeterminato.

Complessivamente sono stati 214 i lavoratori che hanno abbandonato lo “status” di precario, un precariato durato mediamente otto anni dalla nascita dell’Aou (2007), ma con punte che sono arrivate fino ai 25 anni complessivi. Restano fuori dalla stabilizzazione 15 dipendenti che non possedevano i requisito richiesti dalla normativa per l’inquadramento a tempo indeterminato.

Una stabilizzazione che ha riguardato tutti i settori, dai dirigenti ai medici, dagli infermieri agli operatori socio sanitari (Oss), agli amministrativi.

Quello di ieri, però, non è stato solo un passaggio burocratico cristallizzato con la firma dei nuovi contratti che diventeranno operativi dal primo gennaio del 2019, quello di ieri è stato anche un momento di festa, di grande soddisfazione per decine e decine di professionisti che hanno inseguito a lungo il traguardo del “tempo indeterminato”, gioia e soddisfazione che gli ex precari non hanno certo nascosto. Anzi.

Una festa-cerimonia che si è tenuta nell’Aula Andreoni della palazzina di Malattie Infettive, in viale San Pietro, che ha visto il direttore generale dell’Aou, Antonio D’Urso, nelle insolite vesti di cerimoniere. Una festa alla quale hanno partecipato il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orru e il direttore amministrativo Lorenzo Pescini.

Con i trepidanti ex precari, diversi direttori dei reparti sia dell’Azienda ospedaliera universitaria (che accoglieranno i nuovi assunti), sia dell’ospedale civile Santissima Annunziata. Ospite un po’ a sorpresa, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, impegnato fino a tarda sera, giovedì, nella risoluzione della vertenza Aias.

«Vi ringrazio perché avete avuto coraggio e fiducia in questa azienda che sa riconoscersi nelle persone – ha detto in apertura di “cerimonia” il direttore generale D’Urso –. Le aziende non si fanno con atti ma attraverso la condivisione delle storie. E vi invito a non perdere quella volontà, quell’attaccamento al vostro compito che ha caratterizzato il vostro impegno». Un concetto ripreso anche dall’assessore Arru che ha sottolineato le difficoltà del percorso che ha portato alla stabilizzazione dei 214 precari, ai numerosi ostacoli della normativa e dai piani di rientro che, di fatto, tagliavano la spesa sanitaria e che hanno inciso sulle decisioni poi assunte dalla Regione. «Con gli insulti che mi hanno rivolto potrei scrivere un libro – ha detto – per non parlare degli inviti ad andare via. Anche dalla mia parte politica, che mi ha chiesto di tornare a fare l’ematologo a Nuoro. Cosa che non escludo». Ma anche l’assessore Arru ha invitato gli ex precari a «avere senso di appartenenza al servizio sanitario regionale pubblico e al lavoro in rete».

Sono quindi 214 i dipendenti dell’Aou che hanno firmato il nuovo contratto, pari all’8,44 per cento dell’intero organico che a ieri contava 2534 unità; 43 i lavoratori della dirigenza, 92 gli infermieri, 8 tecnici sanitari di radiologia medica, 5 tecnici di laboratorio biomedico, 2 igienisti dentali, 12 ostetriche, 1 assistente sociale, 1 odontotecnico, 1 ausiliario specializzato, 1 logopedista, 1 audiometrista, 2 fisioterapisti, 2 neurofisiopatologi, 18 operatori sociosanitari, 17 amministrativi e 8 tecnici. I requisiti per la stabilizzazione sono stabiliti da un decreto legislativo del 2015, e fra questi via era aver lavorato almeno tre anni nell’Aou anche non continuativi negli ultimi otto anni, esser stati reclutati attraverso una selezione anche da altre amministrazioni pubbliche. Requisiti che hanno prodotto una graduatoria dalla quale sono stati esclusi 15 lavoratori precari.

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