La Nuova Sardegna

Maria Laura, biologa di 61 anni: «Una vita di contratti a termine»

Maria Laura, biologa di 61 anni: «Una vita di contratti a termine»

Le storie delle persone che l'azienda universitario-ospedaliera di Sassari ha impiegato per anni in modo precario

22 dicembre 2018
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SASSARI. La storia dei 214 precari (ex dal primo gennaio) è quasi uguale per tutti, come è quasi identico il percorso che ieri li ha portati al a sottoscrivere il contratto a tempo indeterminato.

E nella sala Andreoni si respirava l’aria delle grandi occasioni, si avvertiva l’emozione dei precari, emozione che ha colto anche Antonio D’Urso («non capita tutti i giorni di stabilizzare 214 precari tutti in un volta», ha detto a fine mattinata), con un campionario anagrafico che va dai 63 anni della dipendente più anziana ai 28 della più giovane ex precaria.

E a proposito di anzianità di precariato, fanno sobbalzare i 25 anni di contratti a termine di Maria Laura Fois (la prima a firmare il nuovo contratto a tempo indeterminato), biologa di 61 anni, molti dei quali trascorsi nei laboratori, ora responsabile della banca del seme. «Sono stati 25 anni altalenanti – racconta con un pizzico di emozione –, quando sembrava arrivato il momento giusto, quando ero quasi certa di avercela fatta, improvvisamente quella “certezza” spariva». Un percorso di precariato speso interamente all’università, poi al Policlinico universitario, infine all’Aou.

Tanto impegno soprattutto nella ricerca «che è appassionante, coinvolgente, trascinante, ma che ti porta via tanto tempo». Tempo sottratto alla famiglia, in cambio di rare soddisfazioni. «In tanti mi dicevano “cambia, cambia”, ma la passione per il mio lavoro era tanta. Nonostante quell’invito a cambiare ho resistito. E alla fine ce l’ho fatta».

Anni difficili, senza alcuna certezza. Anzi, con molte incertezze, senza la possibilità di poter programmare il futuro. Giovanna Sau è una psicologa di 44 anni, con alle spalle “solo” otto anni di precariato. Anche per lei la solita trafila: contratti a tempo determinato, «rinnovi anche per un solo mese» e la quasi impossibilità di pensare al futuro.

«È umiliante, dopo anni di studio, la laurea e la specializzazione – spiega Giovanna Sau – , aver bisogno dell’avvallo dei tuoi genitori per poter acquistare l’automobile». Anni di precariato, acuiti dal fatto che fino al 2014 non era stata definita esattamente la figura della psicologa. Poi, quattro anni fa un primo barlume di speranza, sempre affondato dai tagli, dal blocco del turn over, dal blocco delle assunzioni. Eppure la figura della psicologa è di enorme sostegno, soprattutto in alcuni reparti. La psicologa raramente cura ma, spiega Giovanna Sau, «noi ci prendiamo cura dei malati».

Natalino Pazzola è l’unico odontotecnico in attesa del contratto a tempo indeterminato. Precario dal 2007, è passato per tutte le tappe che segnano questo percorso. Contratti a termine, rinnovi, agenzie interinali, e la solita e inevitabile impossibilità a programmare il proprio futuro. «È una vita all’insegna dell’incertezza – racconta mentre osserva i colleghi in attesa –, non puoi costruire niente. Sono stati anni duri, difficili, sempre in attesa di una svolta». Che nei giorni scorsi, al termine dell’ennesimo confronto fra i vertici dell’Aou e la Regione, è finalmente arrivata, Almeno per i 214 precari che ieri hanno potuto firmare il loro contratto a tempo indeterminato. Con braccia alzate al cielo, abbracci d’ordinanza, trionfanti selfie di gruppo a salutare la fine di un incubo durato anni e anni. (p.s.)



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