La Nuova Sardegna

Escalaplano, preso l’incendiario seriale

di Gian Carlo Bulla
Escalaplano, preso l’incendiario seriale

I sospetti dei ranger sono nati dopo una denuncia dello stesso 40enne arrestato

2 MINUTI DI LETTURA





ESCALAPLANO. L’incendiario seriale, autore di diversi roghi appiccati nell’estate del 2019 nelle campagne di Escalaplano e Ballao, era un insospettabile. Gli agenti del corpo forestale di San Nicolò Gerrei e Escalaplano, dopo certosine indagini coordinate dal pm del tribunale di Cagliari Nicola Giua Marassi, sono riusciti a dare un nome al responsabile: è Fausto Pitzalis, un operaio precario di 40 di Escalaplano, coniugato senza figli, incensurato. Ieri mattina i ranger coadiuvati dai colleghi del nucleo investigativo dell’ispettorato forestale di Cagliari hanno eseguito l’ordinanza di arresti domiciliari firmata dal gip Maria Alessandra Tedde. L’accusa è di incendio boschivo.

Tra giugno e agosto nelle campagne di Ballao ed Escalaplano erano divampati diversi incendi, per fortuna subito spenti. I sospetti su Pitzalis erano iniziati proprio dopo che lo stesso operaio il 13 luglio si era recato nella stazione forestale di Escalaplano per denunciare un episodio avvenuto nel pomeriggio: aveva raccontato di essersi fermato lungo la strada per chiamare i soccorsi a causa di un principio di incendio e di essere stato accusato da due uomini sconosciuti, nel frattempo sopraggiunti, di essere l’autore dell’innesco. A suo dire, lo avrebbero costretto a spegnere le fiamme, lo avrebbero persino percosso e gli avrebbero portato via, prima di allontanarsi, il telefonino. Il suo racconto, del tutto inverosimile, non aveva convinto i ranger.

I gravi indizi di colpevolezza sono stati confermati dalle intercettazioni e dalla perquisizione domiciliare, nel corso della quale è stato rinvenuto il materiale funzionale al confezionamento delle esche a tempo. Pitzalis ha dovuto ammettere di aver provocato tra l’estate del 2018 e quella del 2019 l’innesco di diversi incendi con l’utilizzo di ordigni incendiari, attribuendo le cause del suo comportamento all’assunzione di psicofarmaci e alcool. Ha quindi accompagnato gli investigatori in uno dei luoghi in cui aveva innescato un rogo facendo rinvenire l’esca parzialmente combusta. Gli è stata anche contestata l’accusa di calunnia nei confronti delle due persone che, si scoprirà, lo avevano davvero sorpreso mentre appiccava l’ennesimo incendio.

Primo piano
Economia

Aumentano le pensioni, ma non per tutti: ecco chi riceverà l’incremento e a quanto ammonta

Le nostre iniziative