La Nuova Sardegna

SASSARI. In oltre 40 Comuni sardi il cellulare può servire al massimo a guardare l’ora. Fare una telefonata, inviare un messaggio o navigare su internet sono missioni impossibili. Da Aglientu a Carloforte, ma passando anche per Sassari e Olbia, ci sono interi pezzi di territorio in cui non c’è segnale. A fare la mappatura delle zone dal telefono muto ci ha pensato l’Uncem - Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani - che da luglio a settembre ha ricevuto 1.450 mail con le segnalazioni delle aree del Paese non coperte dal segnale di telefonia mobile, da parte di sindaci, amministratori locali e cittadini. In questo di 1.220 Comuni oltre 40 sono nell’isola. La maggior parte sono nella Sardegna occidentale: segnalazioni sono arrivate dalla strada Bosa-Alghero, da Tresnuraghes, Milis, Sennariolo, Santa Giusta, Arborea, Pompu, Mogorella. Ma telefoni muti anche in alcune zone del nord. A Sassari, per esempio, non c’è segnale nella frazione di Campanedda, mentre a Olbia nella borgata balneare di Pittulongu. Nessun campo neanche ad Arzachena, in località la Silvaredda, ad Aglientu, nel villaggio di Rena Majore, a Telti, nella zona Li Casiddi, a Osilo, nella frazione San Lorenzo, a Banari. E ancora a Pattada, nella frazione di Bantine, a Illoari nel parco comunale di Iscuvudè, a Bultei. Telefoni senza segnale anche a Torpè, a Orosei, nella zona balneare di Cala Liberotto, a Lotzorai, a Castiadas, a Villasimius.

«Abbiamo avuto un'alta adesione a questa campagna promossa da Uncem – spiega il presidente nazionale, Marco Bussone – che vuole puntare a risolvere un problema che ormai riscontriamo da due decenni». Due le richieste che Uncem fa sue: lo Stato deve obbligare gli operatori privati ad ampliare le aree coperte e AgCom deve permettere ai Comuni (o ai privati e alle imprese che vogliono di acquistare ripetitori, installarli e inserirli sulla rete. (al.pi.)