La Nuova Sardegna

Sardo ucciso a Boca Chica, dietro l’omicidio una bimba misteriosa

di Gianni Bazzoni
Pietro Testoni
Pietro Testoni

L’ex compagna 24enne sosteneva che Testoni fosse il padre Il pensionato si era insospettito, voleva chiudere la relazione 

21 ottobre 2019
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SASSARI. Una confessione fiume e in mezzo, forse, anche tante bugie per cercare di aggiustare le cose e provare ad alleggerire la propria posizione. Il lungo racconto di Arisleida Caraballo De La Cruz, 24 anni, che si è assunta la responsabilità dell’omicidio di Piero Testoni, 70 anni di Tissi ma residente ad Alghero, avvenuto il 13 ottobre in un appartamento di Boca Chica, è ricco di dettagli ma lascia ancora troppi dubbi sul perché il pensionato sardo è stato ucciso. Intanto - sempre a Boca Chica - c’è un secondo italiano morto (in poco meno di una settimana): si tratta di Nicola Gerosa, 57 anni, ammazzato a colpi di pistola. Nell’agguato l’imprenditore ha riportato ferite gravissime ed è deceduto poco più tardi in ospedale. É stato affiancato mentre stava andando al Piano Bar che gestisce nella località turistica. La polizia ha fermato alcune persone, tra cui Cristian Besana, 42 anni, anche lui italiano e suo socio. Le indagini sono ancora in corso.

Sulla vicenda di Piero Testoni, intanto, proprio sulla base della confessione della donna che frequentava da quattro anni emergono particolari inquietanti. L’uomo era arrivato il 2 ottobre e contrariamente a quanto avveniva in passato, in aeroporto lei non si era presentata. Un segnale che sembra confermare che la relazione tra i due si era interrotta a febbraio, forse quando Piero Testoni aveva smesso di inviare denaro (cosa che, a quanto pare, faceva per tutto l’anno).

Pare che i rapporti si fossero incrinati per via di una bambina: l’ex compagna sosteneva che Piero Testoni fosse il padre e l’uomo - che non aveva nascosto la propria felicità - aveva pensato di fare eseguire il test del Dna. Da qual momento però la bimba era sparita dalla scena e il pensionato sardo non l’aveva più rivista.

Una stranezza che - insieme a qualche raccomandazione da parte di connazionali e parenti - forse aveva convinto Piero Testoni a cambiare atteggiamento.

Finiti i soldi, finito l’amore. I rapporti a quanto pare erano diventati tesi. E quello cominciato il 2 ottobre probabilmente doveva essere l’ultimo viaggio nella Repubblica Dominicana di Piero Testoni. Pare che l’avesse confidato a un amico.

Il piano per rapinarlo sarebbe stato messo a punto in occasione del suo arrivo e attuato pochi giorni più tardi. Arisleida Caraballo sarebbe arrivata in via XX Dicembre, nel condominio dove viveva Piero Testoni, con la sorella Yoeimi e il cognato Thommy Vasuqe Romero. Il pensionato avrebbe aperto la porta senza problemi, avrebbe offerto del vino agli ospiti, forse pensava a una uscita di scena senza troppi problemi. Invece la reazione dei tre era stata violentissima: Piero Testoni era stato aggredito, stordito con l’ammoniaca che era stata versata su un pantalone che i tre gli avevano poi spinto con forza sul viso fino a fargli perdere i sensi. L’uomo era stato legato mani e piedi e parzialmente denudato, probabilmente per dimostrare un rapporto sessuale particolare. Si sarebbe svegliato quando i tre facevano razzia nella cassetta di sicurezza (due orologi, un anello e 3700 euro in contanti). E in questa fase sarebbe stato strangolato a morte. La sua ex compagna ha raccontato nella confessione di avere scoperto che Piero Testoni aveva avviato una relazione con la sorella Yoeimi. Un racconto poco credibile, forse reso per cercare l’attenuante passionale per l’efferato omicidio. Restano diversi misteri ancora da chiarire e la caccia ai due complici dell’omicida in fuga continua.

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