La Nuova Sardegna

«Con l’addio al carbone subito due centrali a gas»

di Giuseppe Centore
«Con l’addio al carbone subito due centrali a gas»

Presentato in Confindustria un rapporto sullo sviluppo del sistema nazionale «Le rinnovabili cresceranno solo con più sicurezza nella gestione del mercato» 

12 novembre 2019
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CAGLIARI. Nessun dubbio, per Confindustria. Solo potenziando il sistema del gas si potrà realizzare una ordinata transizione energetica verso il 2025, quando il carbone non sarà più bruciato nelle centrali italiane e soprattutto in quelle sarde. Confindustria a sostegno della sua tesi ha portato un voluminoso dossier curato da Nomisma, il centro di ricerche economiche fondato 38 anni fa a Bologna da un gruppo di economisti, tra cui Romano Prodi. Lo studio è stato presentato ieri nella sede centrale di Confindustria all’Eur e definisce il gas naturale come uno «dei protagonisti del futuro sistema energetico. Il basso impatto ambientale e l'elevata flessibilità ne fanno infatti il principale alleato delle fonti rinnovabili nella sostituzione dei combustibili fossili maggiormente inquinanti». Il gas, sottolinea l'associazione degli industriali, «è un combustibile fossile pulito per eccellenza: se comparato con il carbone per la generazione elettrica emette il 50% di CO2 in meno, il 90% di CO in meno. Nelle proiezioni al 2040 il gas potrebbe divenire la seconda fonte energetica più impiegata, con un incremento del 40 per cento dei volumi mondiali».

Ma soprattutto il gas è centrale per un nazione che importa energia come la nostra e che nel gas può trovare maggiori diversificazioni rispetto al petrolio, anche perchè il nostro paese, con una significativa eccezione «ha una delle reti gas più affidabili al mondo».

Lo studio mette in relazione l’uso del gas, fonte più diversificata e gestibile del petrolio, con il sistema elettrico, e fa capire come per l’isola i progetti in corso hanno senso solo per viaggiano in parallelo: decarbonizzazione, incremento delle rinnovabili, arrivo del metano, nuovo collegamento ad alta tensione con la Sicilia. Tutti e quattro si sostengono, senza uno il sistema non regge. Le rinnovabili, di cui la Sardegna presa come singola regione ha buone performance sull’eolico (meno sul fotovoltaico) superando una certa soglia percentuale di produzione sul valore complessivo dell’energia prodotta, non sono così efficienti perchè per lavorare al meglio devono disporre di un performante sistema di gestione e di affidabilità della rete. Insomma più si va sulle rinnovabili più va potenziata la rete.

Ma le rinnovabili da sole non bastano per un sistema industriale come il nostro, e allora senza carbone e nucleare, c’è una sola strada: il gas. Molto gas, al punto da “coprire” i picchi di domanda oggi coperti immediatamente dal carbone e che domani dovranno essere coperti dalle centrali a gas. E qui Nomisma scrive chiaramente nel report presentato ieri che poichè la Sardegna dipende per oltre il 90 per cento della sua produzione di energia dal carbone, e poiché le centrali verranno chiuse entro cinque anni, «è necessaria la costruzione di nuove capacità di gas». Le due società che bruciano carbone e biomasse in Sardegna, a Fiume Santo e a Portovesme, non hanno ancora svelato i loro piani, ma in ogni caso la trasformazione delle due centrali, in realtà la costruzione di una nuova centrale, e non il semplice “adattamento” della esistente, comporta oltre a un investimento non inferiore ai 400 milioni anche tempi non brevi, almeno tre anni, dall’apertura delle linee di credito ai progetti esecutivi. Insomma, entro il 2020 le due società che bruciano carbone nell’isola, Ep a nord e Enel a sud, dovranno dire che faranno, se vorranno ancora produrre qui, con quale combustibile, con quale tecnologia e con quale taglia di impianto. Non è detto infatti che ai due giganti energetici, visto che l’isola ha un corposo saldo attivo di energia, convenga qui avere centrali della capacità delle attuali, visto che il mercato prediligerà impianti a gas a ciclo combinato capaci la metà o un terzo di quelli sardi.

Secondo Nomisma comunque solo il gas può garantire certezze al sistema elettrico ed energetico nazionale, ma a condizione che questa partita venga affrontata subito, senza incertezze.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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