La Nuova Sardegna

Peste suina, la Ue: ancora 600 maiali da abbattere, poi via l’embargo

Peste suina, la Ue: ancora 600 maiali da abbattere, poi via l’embargo

Nelle zone rosse del Nuorese. Il commissario Andriukaitis: lo sblocco dell’export solo quando saranno abbattuti

14 novembre 2019
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CAGLIARI. Se non fosse per colpa di 500-600 maiali ancora allo stato brado nelle zone rosse del Nuorese, la Sardegna potrebbe essere dichiarata sin da subito liberata dalla peste suina africana. «Purtroppo però ci sono ancora quei casi e solo quando saranno tutti abbattuti questi animali a rischio il blocco delle esportazioni potrà essere levato». Sono queste le frasi scandite dal commissario europeo per la salute alimentare, il lituano Vytenis Andriukaitis, fra una tappa e l’altra della sua missione in Sardegna. Peccato che l’embargo non possa essere revocato immediatamente, ma «tranquilli – ha detto – sull’eradicazione del virus, ormai vedo la luce alla fine del tunnel». Quando? Dopo aver incontrato i presidenti Solinas e Michele Pais del Consiglio regionale, gli assessori Mario Nieddu (sanità) e Gabriella Murgia (agricoltura), le associazioni degli allevatori, ma soprattutto l’Unità di progetto, è quella voluta con determinazione dalla precedente giunta di centrosinistra, Andriukaitis ha risposto: «Se mi chiedete quando, non posso darvi una data certa. Di sicuro nei primi mesi del 2020 o persino molto prima se non ci saranno più maiali allo stato brado. Al mio successore lascerò comunque sulla Sardegna un dossier molto positivo e ottimista». Perché? «Perché è innegabile che negli ultimi due, tre anni sono stati fatti enormi e decisivi passi avanti. Manca solo l’ultimo strappo, e per questo dico a tutti, politici, allevatori e scienziati, che non è questo il momento di tornare indietro. Vorrebbe dire vanificare gli ottimi risultati raggiunti».

Allora perché non ipotizzare almeno il via libera immediato nei territori già bonificati? «No, l’Europa vuole che tutta la Sardegna sia free nello stesso momento, non a tappe. Ma lo ripeto: è davvero questione di pochi mesi. Quello che voglio lanciare è un messaggio positivo: se l’Unità di progetto continuerà a lavorare come ha fatto finora e sarà sostenuta con lo stesso vigore dalla politica e dai cittadini, la Sardegna vincerà tutta insieme questa sfida». Forse qualche apertura in più il governatore Solinas se la sarebbe aspettata. «È da 14 mesi – ha sottolineato – che non ci sono nuovi focolai. A questo punto per il popolo sardo, è molto importante una risposta positiva da parte dell’Europa. Servirebbe a consolidare l'idea che dopo il sacrificio fatto, a cominciare dall’abbattimento dei maiali, stanno per arrivare risultati concreti». Gli assessori Nieddu e Murgia anche per rispondere alle accuse arrivate in questi giorni dalle opposizioni in Consiglio regionale, hanno detto al commissario europeo: «Mai abbasseremo la guardia. L'Unità di progetto è sempre operativa e l'impegno della Regione continuerà a essere massimo anche sugli abbattimenti». Seppure, durante la campagna elettorale per le regionali, proprio questa «scelta operativa sanguinaria e folle», così definita mesi fa da un leghista, era stata messa sotto accusa soprattutto dal centrodestra, ma si vede che nel frattempo ha cambiato idea. A far pressione perché l’Europa decida molto prima del 2020 è la Coldiretti: «Noi diciamo che oggi i tempi sono già maturi per liberarci dal blocco delle esportazioni. Sappiano che l’Europa ha chiesto invece altri mesi, ma noi cercheremo di convincerla del contrario almeno per alcuni territori bonificati». Oggi Andriukaitis sarà a Urzulei, in una delle ultime zone rosse. (ua)
 

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