La Nuova Sardegna

Poste Italiane: nell’isola contro lo spopolamento

Claudio Zoccheddu
Poste Italiane: nell’isola contro lo spopolamento

Gli uffici saranno potenziati con consulenti presenti anche nei piccoli paesi. Confermata la politica della società che non ha chiuso nessuno dei 441 sportelli

21 novembre 2019
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ROMA. L’occasione per parlare di futuro era l’incontro con gli stakeholder, ovvero tutti i soggetti che sono coinvolti nelle attività dell’azienda. Poste Italiane li ha riuniti a Roma, dove sono arrivati in 400, per mettere a fuoco la strategia di sostenibilità per il prossimo anno e per quelli a venire. Un piano ambizioso che coinvolge anche la Sardegna, dove Poste ha investito per evitare la chiusura degli uffici nei piccoli comuni e ha mantenuto aperti tutti i 441 uffici distribuiti sul territorio, affiancando ai 3230 dipendenti 71 nuovi assunti aggiungendo undici sportelli “postamat” ai 226 già in funzione.

Ora la rosa delle sfide è più ampia e prevede il raggiungimento di alti livelli di sostenibilità ambientale, un obiettivo incluso nei sei “pilastri” su cui verrà costruito un piano strategico che ha il sapore della sfida. «La responsabilità sociale che ci ha convinto a sostenere la spese per evitare la chiusura degli uffici postali è solo un passaggio. Ora cercheremo di affiancare a questa scelta anche i risultati economici», ha spiegato l’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante. Dunque, dopo aver mantenuto il posto al tavolo da gioco, Poste è pronta a rilanciare per ottenere ciò che fino a ieri pareva improbabile, per usare un eufemismo.

La sopravvivenza dei piccoli uffici dovrà portare anche un guadagno nelle casse aziendali. È forse la sfida più ambiziosa, perlomeno sul versante sardo. Il risultato è raggiungibile in diversi modi, tra cui una forte scommessa sulla sostenibilità ambientale e sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili che deve procedere di pari passo con la “decarbonizzazione” dell’universo postale italiano. Un compito fondamentale lo giocheranno i rappresentanti delle associazioni di categoria, dei sindacati, delle imprese, del settore terziario e del mondo finanziario che dovranno offrire un contributo di idee alle strategie future.

L’obiettivo, dunque, è crescere ma nel modo giusto, ovvero strutturando l’azienda in modo che non sia costretta a temere il futuro. Per farlo sono stati individuati sei punti fermi da cui partire. I primi sono integrità e trasparenza: massimo rispetto dei codici aziendali di condotta, massima correttezza e azzeramento dei conflitti tra gli interessi dell’azienda e quelli personali. Poi c’è la valorizzazione del personale che va dal sostegno alle “genitorialità attiva” all’impegno sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori passando per la formazione del personale e la cultura d’impresa inclusiva.

Il terzo pilastro chiama in causa direttamente la Sardegna, e tutti i territori del Paese flagellati dallo spopolamento. Ed è qua che Poste rilancia con decisione. Per “sostegno al territorio e al Paese”, infatti, si intende generare un impatto concreto e misurabile sulle comunità. Come? Ampliando l’accesso ai prodotti finanziari con oltre mille consulenti “mobili” distribuiti in tutta Italia e autorizzati a raggiungere anche i territori più remoti, con progetti di inclusione socio-economica nei piccoli Comuni e con progetti studiati per soddisfare interessi condivisi. Saranno comunque sempre i clienti a valutare la bontà delle iniziative e degli investimenti. Infatti uno dei capitoli della nuova strategia è proprio la costruzione di un rapporto di fiducia con i clienti che potranno utilizzare sistemi informatici sempre più sicuri in cui i dati personali verranno protetti anche dai “pirati” più abili.

Il capitolo dedicato alla sostenibilità ambientale è tra i più corposi ed è anche prioritario: quindi spazio alla flotta green di mezzi per il trasporto dei prodotti postali con il 96% dell’energia prodotto da rinnovabili e le innovazioni necessarie per ridurre, di pari passo, l’utilizzo dei combustibili fossili. «La strategia è stata realizzata guardando agli obiettivi dell’agenda dell’Onu da raggiungere entro il 2030. Noi speriamo di arrivarci prima» ha aggiunto Del Fante. E dovrà essere sostenibile anche la finanza, come impone il sesto pilastro. In questo caso la traccia è quella del piano d’impresa “Deliver 2020” che integra gli obiettivi finanziari e operativi con le tematiche ambientali, quelle sociali e quelle di governance in modo da poter offrire ai clienti tutti gli ingredienti necessari per studiare una gamma di investimenti responsabili.

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