La Nuova Sardegna

Troppe strade interrotte, viabilità a ostacoli nell’isola

Troppe strade interrotte, viabilità a ostacoli nell’isola

La chiusura della Alghero-Bosa si aggiunge ad altre arterie off-limits da anni

01 dicembre 2019
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SASSARI. Si potrebbe fare un giro dell’isola per le strade che non si possono percorrere. L’ultimo collasso del sottile manto di asfalto che copre i franosi tratturi della Sardegna è sulla Alghero-Bosa. La base su cui poggiava la lingua di catrame si è sciolta. Il terreno è diventato fango. Liquefatto dopo due giornate di pioggia. Strada chiusa fino a data da destinarsi. Con i tecnici che quasi sconsolati allargano le braccia davanti a una strada che cade a pezzi. In diversi punti il costone rischia di franare sulla carreggiata. E le risorse scarseggiano. Da quando il legislatore ha deciso di svuotare le casse delle Province la maggior parte delle strade sono diventate terra di nessuno.

Ma non c’è solo l’Alghero-Bosa a restare off-limits. Se si guardano i precedenti non c’è troppo da festeggiare. La strada tra Olbia e Tempio è chiusa da sei anni all’altezza di Monte Pino. Stessa sorte per la Nuoro-Oliena che ha un ostacolo invincibile nel ponte di Oloè. Poche centinaia di metri che lasciano buchi nella viabilità dell’isola. Entrambe le arterie erano state devastate dall’alluvione del 2013.

Ma il giro della Sardegna continua soprattutto nel Nuorese, in cui ci la viabilità è a pezzi. La Lodè-Siniscola è chiusa da un anno. Due frane la hanno resa impraticabile. Ma a fare impressione sono i tempi di reazione della macchina amministrativa. I lavori sono partiti dopo mesi, si sono fermati e sono ripartiti. Difficile sapere quando saranno completati.

A marzo la riapertura della Desulo-Fonni al traffico dei mezzi pesanti è stata vissuta dalle comunità come un evento storico. E il motivo per festeggiare c’era tutto. La strada era chiusa dal 2015 per colpa di alcuni smottamenti. Da quel momento per arrivare ai due paesi con i mezzi pesanti si doveva fare un giro infinito. E tutti gli studenti che dovevano andare a scuola venivano accompagnati dai genitori fino al punto in cui era consentito all’autobus di arrivare.

Ma c’è un’altra strada che è interrotta dal 2016 e su cui non ci sono interventi. La Tascusì-Cossatzu è una via nevralgica che collega la Barbagia di Belvì al passo di Tascusì verso Nuoro, ma è utile anche alla Barbagia di Seulo. Difficile pensare al turismo invernale se non si riapre questa strada. Ma dopo tre anni ancora non si capisce quando le auto potranno ritornare a circolare. Il destino della strada è legato a una vicenda giudiziaria. I lavori erano cominciati, ma il cantiere era finito sotto sequestro. Ora non è chiaro quando i lavori potranno riprendere.

Ma non sono solo le strade di montagna a soffrire. Anche le arterie principali hanno strozzature e ritardi nei lavori.

Sulla 131 all’altezza del bivio di Aidomaggiore la carreggiata del cavalcavia è dimezzata da un anno. C’è un cartello lavori in corso. Ma nessuno vede lavori. E l’escamotage del cartello sembra essere il migliore normalizzatore dell’emergenza.

Ma anche in questa classifica la Sassari-Olbia occupa un posto di eccezione. La strada continua a essere un cantiere infinito, con gli sfortunati automobilisti che vengono dirottati su strade alternative temporanee, che diventano definitive. E per anni. E anche in questo caso la data della fine dei lavori è impossibile da definire. Ogni sei mesi viene spostata avanti di un anno. E anche i più ottimisti alla fine si devono piegare alla lentezza dei lavori. Con il Lotto 2 ancora fermo. E la cui ripresa dei lavori è iniziata da un paio di mesi, dopo un lungo stop. L’altro nodo è sul Lotto 4, fermo da maggio del 2018, e non è ancora chiaro se verrà rifatto il bando di gara. In quel caso la fine dei lavori rischia di slittare al 2023. E saranno passati oltre 11 anni dall’inizio dei lavori di raddoppio di ottanta chilometri di due corsie. Forse un record di lentezza per un’opera che è nata nel pacchetto dei lavori del G8 della Maddalena. (l.roj)

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