SASSARI. Le segnalazioni alle Procure sono in costante aumento, tra lo sconcerto di chi ignorava la gravità del reato commesso: è questa la caratteristica comune dei “furbetti” che percepiscono il reddito di cittadinanza perché disoccupati e nel frattempo arrotondano le entrate con un lavoro in nero. Oppure continuano a incassare come se niente fosse l’assegno mensile nonostante nel frattempo uno o più componenti del nucleo familiare abbia trovato un’occupazione.
Le regole sono chiare ma non tutti le conoscono. Soprattutto, chi è consapevole di commettere un atto illecito ignora i risvolti penali: non basta restituire il maltolto e salutare il sussidio, la legge contempla anche la possibilità del carcere da 1 a 3 anni.
«Ma quasi nessuno lo sa – spiega Eugenio Annicchiarico, direttore dell’Ispettorato del lavoro per Cagliari e Oristano – in particolare molti credono che la variazione del reddito da parte di un familiare che vive sotto lo stesso tetto non possa incidere sul diritto a ricevere il sussidio». Sarà anche per questo se il numeri dei furbetti è in costante crescita in tutta l’isola. Da aprile, da quando il reddito di cittadinanza è diventato legge «il nostro ispettorato ha rilevato almeno una trentina di casi».
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