La Nuova Sardegna

I Rocca ai parenti di Dina: tutta l’eredità a sua figlia

di Simonetta Selloni
I Rocca ai parenti di Dina: tutta l’eredità a sua figlia

La richiesta delle sorelle dell’omicida: «Rinunciate al vostro risarcimento» 

16 dicembre 2019
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Il garbo giuridico e lessicale non viene meno, ma la sostanza è riassumibile in modo sintetico: se la famiglia Dore darà corso alla sua richiesta risarcitoria nei confronti di Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato per l’omicidio della moglie Dina Dore, non resterà più nulla per la piccola figlia della coppia. Per evitare che questo accada, Anna e Paola Rocca, sorelle del professionista riconosciuto colpevole del delitto e condannato all’ergastolo, escono per la prima volta dal riserbo che le ha sempre contraddistinte e in una lettera propongono che i beni riconducibili al patrimonio di Francesco Rocca vadano direttamente alla bambina.

Ma perché questo avvenga, chiedono alla famiglia Dore di fare un passo indietro rispetto all’esercizio dei diritti risarcitori sul patrimonio di Francesco, risarcimento che, specificano Anna e Paola, «ammonta a diverse centinaia di migliaia di euro. Corre l’obbligo precisare che le somme reclamate dai Dore sarebbero di loro competenza non avendo niente a che fare con nostra nipote».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.38218361:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.38218361:1653511882/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Non solo: «A nessuno può sfuggire che la liquidazione di suddette somme, considerato il loro ammontare, lascerebbe la bambina senza un centesimo». E in questa storia dove il risarcimento diventa la misura del dolore terribile patito dalla famiglia Dore – l’uccisione di una figlia e sorella – il futuro della figlia minorenne di Dina diventa il terreno sul quale si incrociano patimenti e carte bollate. E atti formali: il primo, domani, davanti al tribunale civile di Nuoro dove si aprirà la prima delle cause intentate dalle sorelle di Francesco Rocca, e dalla madre Mariuccia Marchi nei confronti del dentista. Lo scopo è “spogliare” il professionista dei beni di cui è titolare – gli stessi che vengono aggrediti dai Dore per il risarcimento –, in base alla tesi per la quale questo patrimonio sarebbe stato fiduciariamente intestato a Francesco dal padre Tonino Rocca e dalla madre; essendo stata però spesa la quota-parte ereditaria per pagare avvocati e onorare altri debiti del dentista, per una cifra di circa 800mila euro, quel che resta dovrebbe rientrare nell’asse ereditario familiare, cioè della madre e delle sorelle.

L’obbiettivo lo spiega Anna Rocca: «L’azione legale da noi intrapresa è intesa a rispettare la volontà di nostro padre, che ha voluto provvedere al futuro della nipote, lasciando a lei un patrimonio personale che le consentisse di vivere senza alcuna preoccupazione economica, e mira a riequilibrare le quote successorie nell’esclusivo interesse di nostra nipote. Lo stesso vale anche per nostra madre». Spiega meglio Anna Rocca: «Mio padre (morto nel 2018, ndr) ha fatto un testamento, regolarmente registrato, con il quale stabilisce che tutti i beni fiduciariamente intestati a Francesco sono lasciati alla figlia, che ne entrerà in possesso al momento della laurea o in ogni caso al compimento del trentesimo anno d’età. In questo modo quei beni andranno direttamente a nostra nipote.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.38218363:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.38218363:1653511882/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Se la famiglia Dore darà corso al risarcimento, per la bambina non resterà più nulla». Secondo loro, quindi, un’azione a esclusiva tutela della bambina. Che non si è mai costituita parte civile (l’avrebbe dovuto fare il tutore); né è mai stato richiesto il sequestro cautelativo dei beni, a suo beneficio, nel corso degli anni e dei diversi gradi di giudizio. Ora l’ostacolo per entrare in possesso dell’eredità, secondo le volontà del nonno, sarebbe la richiesta risarcitoria dei Dore: pienamente legittima, è bene ricordarlo, perché accordata quale ristoro per un dolore che ristorabile non è, la perdita di Dina, uccisa nel garage della sua abitazione, il 26 marzo 2008, a Gavoi.

«Se l’intento comune è la salvaguardia del patrimonio della bambina, ci dichiariamo disposte a far sì – secondo modalità giuridicamente appropriate che i legali potranno definire – che quanto attualmente nel patrimonio di nostro fratello, che pure dovrebbe ricadere nelle nostre quote – pervenga direttamente alla piccola. La qual cosa comporta che anche la famiglia Dore dovrà rinunciare a esercitare i diritti risarcitori sul tale patrimonio». Insomma, un passo indietro. Per il bene della bimba.


 

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative