La Nuova Sardegna

Il coraggio non basta chiude l’edicola storica

di Sergio Secci
Il coraggio non basta chiude l’edicola storica

Veronica Di Paolo aveva vinto in primavera il bando per la gestione del chiosco Premiata a Roma per l’impegno, si è arresa a causa dei guadagni troppo magri

28 dicembre 2019
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POSADA. Malgrado i buoni propositi e la ferrea volontà di riaprire l’unica edicola del paese, Veronica Di Paolo si è scontrata con la dura realtà e tra qualche giorno restituirà al Comune le chiavi del chiosco di piazza Rockefeller. Le vendite dei quotidiani e delle riviste su carta fanno i conti da tempo con la concorrenza agguerrita dell’informazione on line e i giornali a Posada come nel resto d’Italia vengono acquistati sempre meno: i clienti più assidui e affezionati sono gli anziani mentre purtroppo i giovani nella maggior parte di casi si limitano a sfogliarli al bar. Le 60/70 copie (il numero raddoppia d’estate) che Veronica riesce a vendere quotidianamente, non bastano quindi certo a pagare le spese d’affitto, l'Inps e l'energia elettrica, figuriamoci generare il reddito necessario a tirare avanti. Veronica, che a breve diventerà mamma in questa iniziativa ci aveva creduto con tutte le sue forze: dopo una lunga odissea segnata da ricoveri ospedalieri e cure nella penisola, la giovane aveva deciso di partecipare al bando comunale per l’assegnazione dell’edicola contando di esporre anche le sue creazioni artigianali in ceramica e vetro. Dopo aver rimesso in sesto il locale (scalando i soldi dall’affitto al Comune) prima dell’estate era riuscita ad aprire e sino a che i turisti affollavano il paese le cose non erano andate male. Poi è arrivato l’inverno e il guadagno è calato moltissimo. Da qui la decisione di mollare. «Diciamo che principalmente lascio perché dovendo partorire a breve, non posso certo permettermi di pagare una persona che lavori al mio posto – dice Veronica – ma è vero anche che le vendite dei giornali sono in continuo calo e non si riesce a coprire le spese. Mettiamoci anche che salvo qualche giorno libero, si lavora tutto l’anno alzandosi presto e anticipando spese elevate con i distributori. Ho fatto un po’ di conti e mi sono resa conto che da gennaio, quando inizierò a pagare i 630 euro d’affitto pattuiti con il Comune, non sarei stata più in grado di andare avanti. Seppure a malincuore, ho deciso quindi di chiudere».

Dopo sessant’anni Posada resta quindi senza edicola. Ad aprire la prima attività fu il compianto Edmondo Ziri che oltre a vendere giornali, era anche l’unico barbiere del paese. Dal 1985, dopo la sua morte, l’attività è stata gestita dalla moglie Lucia (scomparsa di recente) e dai tre figli. Il 9 dicembre dello scorso anno gli eredi avevano deciso di restituire il locale al Comune che nei primi mesi del 2019 l’aveva messo al bando con base d’asta mensile partita da 465 euro. Alla gara avevano partecipato due sole persone e Veronica Di Paolo aveva presentato l'offerta più alta aggiudicandosi il bando. La sua iniziativa coraggiosa le era valsa un premio agli Stati generali dell’informazione sull’editoria a Roma, nel mese di maggio. “L’edicola del sorriso” l’aveva definita Vito Crimi, all’epoca sottosegretario con delega all’editoria, che a Roma aveva invitato per raccontare la sua storia. La ragazza nell’occasione aveva ricevuto un pubblico encomio perché malgrado la crisi della carta stampata aveva avuto il coraggio di prendere in gestione l’unica edicola di Posada mantenendo in vita una attività storica.

E in pochi mesi Veronica ha saputo trasformare il locale differenziando l'offerta e i prodotti, rendendo lo spazio confortevole, accogliente, vivo. Ma si è dovuta infine piegare alla dura legge del mercato che vede chiudere ogni giorno tre delle 28mila edicole rimaste in Italia, vittime di una crisi difficile da contrastare.

«Il governo aveva anche stanziato dei fondi per sostenere le attività – aggiunge Veronica – ma io avendo iniziato dopo il 2018 non ne ho potuto usufruire». Nonostante l’entusiasmo e la voglia di tuffarsi con impegno nella nuova avventura, la ragazza con grande dispiacere ha dovuto parcheggiare il suo sogno.

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