La Nuova Sardegna

Dalle ustioni di Fuego al meticcio trascinato

Dalle ustioni di Fuego al meticcio trascinato

L’episodio di Oniferi contribuisce a confermare la visione che a torto o a ragione la Sardegna troppo spesso fornisce all’esterno, quella di isola degli orrori. È la stessa regione del cane Palla,...

06 gennaio 2020
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L’episodio di Oniferi contribuisce a confermare la visione che a torto o a ragione la Sardegna troppo spesso fornisce all’esterno, quella di isola degli orrori. È la stessa regione del cane Palla, salvato da un laccio che lo stava strangolando, la stessa del povero Freccia, il meticcio colpito da un dardo e salvato dai veterinari. Ma anche quella della barbara uccisione a Sassari di un cavallo ferito durante il palio della Cavalcata davanti a migliaia di persone: coltellate al collo, bastonate e poi colpi di pistola per finirlo. E anche il 2019 non sarà un anno da ricordare. A Oniferi prima di Natale un cane è stato legato con una corda a un auto e trascinato per le vie del paese, anche ad alta velocità, riportando ferite terribili che ne hanno provocato poi la morte. Pochi giorni dopo qualcuno ci ha riprovato a Muravera, con un meticcio reo di... non voler salire in auto, ma il responsabile è stato fermato in tempo. Scorrendo la cronaca, a febbraio troviamo l’episodio di un cane impiccato nel paradiso naturale di Biddderosa, Orosei. Ad aprile è stata la volta di Fuego, il cagnetto seviziato con le fiamme nell’agro di Sassari: legato con un laccio al collo, è stato torturato col fuoco nel muso, nella schiena, nelle zampe. A giugno (ma i fatti sono del 2016) la condanna di un uomo accusato di avere sparato a Budoni con un carabina a una gatta e di averla finita con il calcio dell’arma. Sempre a Budoni, due cani rei di aver divorato un agnello e disturbato il gregge sono stati impiccati da due allevatori. E a settembre nella Giara di Gesturi 13 cani sono stati trovati legati agli alberi con pezzi di catena, alcuni pelle e ossa, lasciati senza bere e mangiare, morenti o in condizioni di estrema sofferenza. A denunciare il fatto, come spesso accade, sono stati dei turisti. «È importante non girarsi mai dall’altra parte – dice la presidente della Lega per la difesa del cane, Piera Rosati – ma denunciare e collaborare con le forze dell’ordine dando informazioni utili quando si viene a conoscenza di queste crudeltà commesse contro chi non può difendersi da solo». (a.palm.)

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