La Nuova Sardegna

C’è l’udienza sulle proteste sit-in dei pastori a Nuoro

di Antonello Palmas
C’è l’udienza sulle proteste sit-in dei pastori a Nuoro

Oggi la manifestazione di Libertade per gli indagati dopo il blocco di Lula

07 gennaio 2020
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NUORO. A quasi un anno di distanza dall’inizio della protesta del latte, dalle strade e dalle piazze la rabbia dei pastori si sversa davanti ai tribunali. «Spero in una grande partecipazione, anzi ne sono quasi certa, la nostra iniziativa ha avuto una eco notevole sui media» dice Giulia Lai, uno dei legali dell’associazione Libertade, che sotto lo slogan #ipastorinonsiarrestano per questa mattina ha organizzato un sit in fuori dal palazzo di giustizia di Nuoro, con inizio alle 8,45. È prevista l'udienza dinanzi al Gip di Nuoro che dovrà pronunciarsi sulla opposizione alla richiesta di proroga dei termini delle indagini proposta dal pubblico ministero nei confronti di alcuni partecipanti alla protesta svoltasi sulla 131 dcn al bivio di Lula il 13 febbraio 2019.

La legale facente parte del pool che difende una parte dei pastori raggiunti dalla pioggia di denunce ricorda che «il provvedimento di proroga dei termini emesso dal pubblico ministero appare esagerato dato che nei confronti di questi indagati, tre persone, si era già espresso il gip di Nuoro archiviando la loro posizione in quanto riteneva che le condotte poste in essere non avevano alcuna rilevanza penale».

«Le ipotesi di reato contestate – spiega la Lai – sono l’organizzazione di manifestazione non autorizzata e il reato di blocco stradale, quest’ultimo considerato a oggi abbastanza grave in virtù del decreto sicurezza che ha reintrodotto un reato a suo tempo depenalizzato: con l’aggravante della presenza di più persone riunite le pene raddoppiano e si può arrivare sino a 12 anni di carcere». Gli avvocati, che parlano dell’esigenza di garantire la coesione sociale tra l’opinione pubblica e gli indagati, ricordano che nei confronti di altri pastori e cittadini partecipanti alla stessa manifestazione pendono altri procedimenti penali con i medesimi capi di accusa: sembra che ci fossero circa 2000 persone, tra pastori, familiari e simpatizzanti, e una opposizione al prolungamento dei termini avrebbe effetto sicuramente anche sulla loro posizione. Si tratta di 18 persone indagate per blocco stradale e di 4 per manifestazione non autorizzata.

Oggi potrebbero però non esserci diversi degli aderenti al movimento autonomo dei pastori senza bandiera, che sta seguendo altre strade e i cui componenti raggiunti da avvisi di garanzie sono generalmente seguiti da un altro gruppo di avvocati. Il leader Gianuario Falchi: «Se a Nuoro ci sarà una buona partecipazione, tanto di guadagnato, ma noi abbiamo già previsto l’organizzazione di un altro sit-in per il 24 gennaio a Sassari, quando è prevista la prima udienza davvero importante legata alle proteste per il prezzo del latte». A processo otto pastori tra i 20 e i 30 anni accusati di aver fatto parte di un gruppo di manifestanti che lo scorso febbraio al bivio di Bonorva bloccò un’autocisterna che trasportava latte versando il carico per strada.

«Certo, avevamo deciso di presenziare a tutti processi – spiega Falchi – ma con i nostri legali, che non sono gli stessi dell’associazione Libertade, abbiamo già chiesto al movimento senza bandiera un sacrificio per quel giorno, sarebbe pesante assentarsi dal lavoro anche il 7 gennaio». secondo lui non c’è il rischio di dare un segnale di scarsa unità di un modo pastorale già abbastanza diviso: «No, abbiamo fatto squadra, ci teniamo in contatto tra gruppi diversi, ma ognuno può fare quello che vuole» dice Falchi, sottolineando di essere a conoscenza dell’arrivo di altre denunce, di molte delle quali nemmeno si viene a sapere. Teoricamente dovrebbero essere stati notificati più di 600 avvisi di garanzia, ma alcuni ne hanno ricevuto più di uno (si conosce il caso di un giovane pastore raggiunto da cinque notifiche, avendo partecipato ad altrettante manifestazioni) e così qualcuno parla addirittura di un migliaio di posizioni.

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