La Nuova Sardegna

Baunei, sparò verso i forestali: via le armi al fuciliere

di Giusy Ferreli
Baunei, sparò verso i forestali: via le armi al fuciliere

L’allevatore 83enne si oppose alla task force contro la peste suina

07 gennaio 2020
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BAUNEI. La comunicazione della Prefettura di Nuoro, che gli notifica l'avvio di un procedimento amministrativo finalizzato alla revoca del permesso di detenere e portare armi e munizioni, è arrivata a cavallo tra Natale e Capodanno. Per Cesare Carta è la seconda tegola in poco tempo: l'anziano "fuciliere" di Baunei era finito nel registro degli indagati con l'accusa di interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale per aver sparato un colpo di fucile in aria all'avvicinarsi dei ranger del Corpo forestale, impegnati nelle operazioni di abbattimento dei maiali clandestini coordinate dall'Unità di progetto contro la peste suina africana. Carta, cacciatore incallito con all'attivo oltre sessant’anni di porto d'arma, si è subito rivolto a Mario Solanas, l'avvocato che lo assiste anche nel procedimento penale intentato dalla Procura di Lanusei dopo i fatti del novembre scorso. Il difensore dell'allevatore ha depositato una memoria nella quale racconta l'episodio cosi come è andato secondo il racconto del suo assistito e messa nero su bianco nel verbale stilato dai carabinieri del centro ogliastrino. Una ricostruzione dei fatti che, almeno secondo il legale, dimostrebbe l'insussistenza della "pericolosità sociale" dell'83enne e farebbe venir meno i presupposti per la revoca del porto d’arma. All'indomani dei fatti avvenuti nell'altopiano di Golgo dove Carta vive e lavora, all'uomo vennero sequestrati tre fucili, compreso quello con il quale aveva esploso il colpo perché - aveva sostenuto in un secondo momento l'anziano allevatore - convinto di avere a che fare con qualche malintenzionato avvicinatosi alla sua proprietà per rubare le bestie. Una ricostruzione basata sul fatto che i ranger erano arrivati alle 6 del mattino quando ancora era buio pesto e che Carta, in un primo momento, non li aveva riconosciuti. Una volta sparato in aria l’allevatore si era allontanato dall’azienda e, dopo due giorni, tornato in paese, si era recato in caserma e qui aveva consegnato l'arma al maresciallo dei carabinieri, Salvatore Basile. Il porcaro baunese, attivista del Movimento pro territorio e una vita trascorsa nel Supramonte ad accudire i suoi animali, rischia una pena che va da uno a cinque anni ma la sua azione, secondo la versione riferita in quell’occasione proprio ai carabinieri del paese, non aveva contemplato la volontà di opporsi al blitz dell’organismo regionale messo in campo per sconfiggere il morbo. L’episodio aveva creato tensione in paese, soprattutto tra gli allevatori contrari agli abbattimenti necessari per eliminare definitivamente la malattia che da quarant’anni impedisce lo sviluppo della filiera suinicola sarda. Una tensione sfociata nelle minacce scritte sui muri vicino al cimitero e rivolte al sindaco di Baunei Salvatore Corrias. “Cesare ha sparato in aria, il prossimo è per il sindaco” c’era scritto in una di queste ma in quei giorni era circolato un video di 18 secondi nel quale comparivano cinque persone mascherate e vestite in mimetica che sostenevano "ziu Cesare" e festeggiavano con un brindisi la sua azione. Il video era diventato virale mentre le intimidazioni aveva suscitato la reazione di tutte le istituzioni sarde che avevano espresso piena solidarietà al primo cittadino di Baunei.

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