La Nuova Sardegna

Cancellata o rubata l’immagine della Sardegna è sempre più a rischio

di Claudio Zoccheddu
L'immagine di Tavolara utilizzata per reclamizzare una spiaggia pugliese
L'immagine di Tavolara utilizzata per reclamizzare una spiaggia pugliese

L’assessore Chessa al lavoro per tutelare le bellezze sarde: «Per reagire serve un sistema turistico solido e inattaccabile»

09 gennaio 2020
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SASSARI. A volte capita di sparire dalle mappe, come nel caso del Ferrari World di Abu Dhabi, altre volte capita di finire in quelli di altri Paesi, con le spiagge sarde sistematicamente spacciate per greche, turche, siciliane e pugliesi. L’immagine dalla Sardegna, in ogni caso, paga un prezzo salatissimo e i territori si sentono depredati delle loro bellezze. Un problema già codificato tra le righe di un’interrogazione presentata all’assessore regionale Turismo dal consigliere regionale del Pd Salvatore Corrias che è anche il sindaco di Baunei: «Dopo l’interrogazione eravamo stati convocati dall’assessore per discutere il problema – spiega Corrias – e ci eravamo lasciati con l’impegno di trovare una soluzione che potesse tutelare in termini giuridici l’immagine dei nostri territorio e della nostra isola». L’idea era semplice: istituire all’interno dell’assessorato un osservatorio regionale dedicato ai furti di immagine e in grado di monitorare il corretto utilizzo delle rappresentazioni della Sardegna su qualunque canale di diffusione. Gli 007 della Regione dovrebbero quindi monitorare eventuali strafalcioni, come quello che ha cancellato l’isola dal pannello informativo del Ferrari World, ma anche perseguire i furbetti del web che per reclamizzare i propri prodotti scelgono di allegare alle brochure le fotografie, ad esempio, delle più belle spiagge sarde.

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Per quanto la richiesta sia sacrosanta, metterla in pratica è decisamente più complicato: «Ne avevamo parlato con il comandante della Finanza e della Polizia postale – spiega l’assessore Chessa – proprio durante l’incontro con il consigliere Corrias. La nostra volontà sarebbe quella di perseguire chiunque utilizzi l’immagine della Sardegna in maniera non appropriata ma non è facile. Nel caso delle fotografie rubate, ci avevano spiegato che spesso è molto complicato risalire al responsabile dei furti e, anche riuscendoci, non sempre si viene tutelati dalle norme internazionali. È un discorso molto serio, a cui non abbiamo rinunciato, ma è anche complicato ottenere risultati. Nel caso di Abu Dhabi si potrebbe aprire un dialogo con i responsabili ma dobbiamo intervenire a monte per evitare che queste cose si ripetano. Purtroppo il Ferrari World non è l’unico che ha “cancellato” la Sardegna». Secondo l’assessore Chessa ci sarebbe solo una via d’uscita: «Remare tutti nella stessa direzione, creare un prodotto turistico solido e inattaccabile. D’altra parte, senza il problema dei trasporti i turisti verrebbero tutti in Sardegna perché siamo unici, poche storie. Forse sono invidiosi di noi, delle nostre bellezze, e per questo dobbiamo rispondere progettando un sistema che ci permetta di farci conoscere da tutti. Solo così risolveremo i nostri problemi, compreso quello dei furti di immagine o delle omissioni sistematiche».
 

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