La Nuova Sardegna

Un progetto basato sul 5G monitora la folla e l’acqua

di Antonello Palmas
Un progetto basato sul 5G monitora la folla e l’acqua

Linkem vince un bando del Mise insieme a Tiscali e all’università di Cagliari

15 gennaio 2020
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CAGLIARI. I movimenti delle persone e quelli dell’acqua nelle condotte controllati con sensori ed elaborati per consentire un futuro più sostenibile grazie al 5G. Le potenzialità della nuova tecnologia al servizio delle pubbliche amministrazioni in un progetto che precorre i tempi e apre la strada all’arrivo della banda ultralarga. Ha come capofila il dipartimento di ingegneria elettrica ed elettronica dell’università di Cagliari (coordinatore Luigi Atzori) creato insieme a Linkem, operatore 5G leader nella banda ultralarga wireless, e Tiscali tra le principali società di telecomunicazioni italiane, e ha ottenuto il terzo posto nella valutazione per il programma di supporto delle tecnologie emergenti, piazzandosi tra i sei a livello nazionale che hanno ottenuto il finanziamento del Mise.

Si basa sul monitoraggio definito “sicuro, affidabile e intelligente” del movimento delle persone per fornire informazioni importanti per la pianificazione e gestione dei trasporti pubblici per una mobilità sostenibile; e dei consumi e della qualità dell’acqua erogata alle abitazioni, in entrambi i casi con l’uso di particolari sensori e con l’utilizzo congiunto di tecnologie emergenti (Internet delle cose, blockchain, intelligenza artificiale e analisi del segnale radio 5G) A beneficiare della sperimentazione da un milione di euro saranno Cagliari (area urbana ed extraurbana), Iglesias e Guspini. Contribuiranno al progetto anche l’Istituto nazionale di fisica nucleare (per l’infrastruttura cloud e l’intelligenza artificiale), mentre le Pmi innovative GreenShare e Flosslab si occuperanno dello sviluppo e sperimentazione nei due campi applicativi. Interessati anche Regione, l’azienda di trasporti Ctm e Abbanoa.

«Il bando richiedeva la presenza di un operatore con tecnologia 5G e Linkem – dice il responsabile open innovation Daniele Righi – è uno dei 6 in Italia a lavorare su banda 3,5, la golden band per la realizzazione del 5G. Con l’ateneo e Tiscali abbiamo montato questo progetto che ha l’ambizione di diventare modello per il monitoraggio sicuro e affidabile su tecnologia 5G per i due use case (gli ambiti d’applicazione, ndc)». La ratio – spiega – è mettere insieme il bisogno degli enti di innovare e riqualificare i propri servizi pubblici, e le novità che provengono dal mondo della ricerca, dagli operatori di tlc e dalla creatività delle start up, in modo che domani siano gestiti in maniera più efficace.

Ad esempio? «Per la pianificazione dei trasporti alla ricerca di una mobilità sostenibile – spiega Righi – servono informazioni-chiave inerenti allo sbarco di turisti dalle navi, sulle presenze in occasione di grandi manifestazioni, oppure sul passaggio di veicoli nelle rotatorie». E per quanto riguarda il sistema idrico, sono previsti il controllo dei consumi tramite l’installazione di sensori acustici e di vibrazione nelle tubature degli scarichi dell’abitazione e l’utilizzo di algoritmi di elaborazione per analizzare le informazioni acquisite; il monitoraggio della qualità dell’acqua all’interno dell’abitazione mediante l’utilizzo di dispositivi ad hoc; la misurazione dei consumi per applicazioni di telelettura. «Oggi si può fare in maniera efficace attraverso un sistema di sensoristica sul territorio grazie a un mix di tecnologie emergenti, dando alle amministrazioni la possibilità di aggiungere uno strumento decisionale che ora non hanno».

Il responsabile innovazione ritiene che «la sfida più grande sarà per noi trasformare questa applicazione in un reale servizio, mostrando in che modo si possano effettivamente dispiegare le opportunità offerte dall’avvento della rete di quinta generazione, in grado di portare grandi vantaggi in tutti gli ambiti, dai beni culturali al turismo, dalla sicurezza alla gestione dei servizi sociali. Il nostro obiettivo è mettere in piedi ecosistemi che saranno realizzati da altre società e abbiamo creato una struttura ad hoc, Linkem Lab. È il modello di sviluppo in cui crediamo e prevede anche una collaborazione più spinta tra pubblico e privato». La novità del progetto, scelto proprio per la sua replicabilità in altri contesti – spiegano quelli di Linkem – non consiste solo nella sperimentazione della potenza del 5G, ma l’utilità reale per il territorio.

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