La Nuova Sardegna

La piena annienta il gregge pastore salvo per miracolo

di Sergio Secci
La piena annienta il gregge pastore salvo per miracolo

Il rilascio dalla diga Maccheronis ha sorpreso l’uomo: «Non sono stato avvisato» La mareggiata ha impedito all’acqua di defluire fino alla foce in modo regolare

23 gennaio 2020
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POSADA. Del gregge di Carletto Careddu giovane allevatore di Posada si è salvato solo il cane, lui stesso ha rischiato la vita mentre cercava di salvarsi a bordo del suo fuoristrada dalla piena provocata dall’apertura della diga di Maccheronis che aveva raggiunto il livello di guardia. Ma l’acqua non è riuscita ad arrivare sino al mare, invadendo i campi.

«È successo tutto intorno alla mezzanotte di martedì – dice ancora scosso Careddu – avevo notato delle luci nella zona del fiume e pensando a qualche malintenzionato sono sceso a Iscraios dove custodisco il bestiame. Qui la situazione sembrava tranquilla ma subito, in pochi attimi, una valanga d’acqua mi è arrivata addosso. Ho fatto appena in tempo a risalire sull’auto e, guidando alla cieca con il rischio di finire dentro il fiume, sono riuscito a mettermi in sicurezza. Impossibile ormai cercare di recuperare i venti agnelloni e le ottanta pecore, di cui 40 che mungevo già regolarmente» spiega.

Non appena ha potuto ha chiamato i vigili del fuoco, «ma con il buio non c’era ormai più nulla da fare e solo in tarda mattinata siamo riusciti a ritrovare le pecore. Tutte morte» racconta l’allevatore, mentre le lacrime gli rigano il volto. «Non mi è rimasto nulla, anche l’ovile dove accudivo e mungevo il bestiame è distrutto, si è salvato solo il cane. Nessuno ci ha avvisato del pericolo, qualcuno dovrà ripagarmi dei danni».

L’acqua arrivata nella notte dalla diga non è riuscita a scaricarsi a mare a causa della violenta mareggiata e si è riversata nelle campagne disperdendo alcune greggi e una mandria bovina che si trovava sull’isolotto di Luritta. Da buone nuotatrici le vacche e una quindicina di vitelli sono riuscite a salvarsi e sono state recuperate nel pomeriggio, niente da fare invece per le pecore di Carletto Careddu, che appesantite dalla lana bagnata sono miseramente affogate. Un altro gregge nella zona di Sas Chessas è stato invece posto in sicurezza dagli stessi pompieri che hanno perlustrato tutta la zona per segnalare la presenza dei capi morti e permettere l’intervento dei veterinari della Asl e dei mezzi del Comune per l’interramento.

Il rilascio era stato segnalato martedì mattina dalla sala operativa della protezione civile regionale (Sori). La comunicazione inviata ai comuni di Posada e Torpè parlava di uno scarico a mare di 59 metri cubi al secondo, circa 212mila metri cubi l'ora, una quantità d'acqua che avrebbe dovuto riversarsi tranquillamente in mare tra la serata di martedì e la notte di ieri. Careddu e altri nella zona hanno lamentato il mancato preavviso. A quanto si è appreso, la protezione civile dei due comuni dopo l’allerta del Sori ha effettuato un monitoraggio dell’area a valle in particolare nel tratto di strada che costeggia l’argine sinistro del fiume tra Torpè e Concas, soggetto ad allagamenti, mentre a Torpè è stato subito chiuso il guado in località S’Aidu e Mesu. L’acqua è regolarmente defluita verso il mare tra i due argini (ripuliti dalla vegetazione alcuni mesi fa) ma la sciroccata ha impedito l’apertura della foce, il livello è quindi salito e prima di riuscire ad aprirsi un varco a Orvile e Suttariu, il fiume ha allagato l'intera piana .

Careddu, che si è già rivolto a un legale, lamenta pure il mancato reddito della vendita del latte. Un duro colpo per lui, in paese si è già pensato a una raccolta fondi per ricomprare almeno una parte delle pecore perdute.

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