La Nuova Sardegna

Tutti contro il Piano casa raccolte diecimila firme

Tutti contro il Piano casa raccolte diecimila firme

Per l’appello del Gruppo di intervento giuridico adesioni da tutto il mondo «Fermate la legge della giunta che vuole cementificare le coste della Sardegna»

23 gennaio 2020
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SASSARI. Avevano promesso battaglia contro il Piano casa varato dalla giunta Solinas, e gli ambientalisti sono scesi in campo. Lo hanno fatto con una petizione che in pochi giorni ha raccolto 10mila firme. Il testo difende il principio dell’inedificabilità dei 300 metri, un po’ il pilastro portante attorno a cui è stato costruito il Piano paesaggistico regionale. Ma meno ideologicamente gli ambientalisti puntano il dito contro il Piano Casa presentato dalla giunta.

Per Solinas e l’assessore Sanna il Piano casa è tenero con l’ambiente come un pigiama con gli orsetti. Per gli oppositori somiglia a un mostro da abbattare.

Una battaglia che promette scintille, perché anche le opposizioni in Consiglio regionale sono pronte allo scontro su questo testo. L’assessore all’Urbanistica Qurico Sanna ha ribadito più volte che il Piano casa non si trasforma in un assalto del cemento alle coste. Ma legge alla mano gli ambientalisti sono partiti al contrattacco. Non avevano risparmiato attacchi alla legge urbanistica della giunta Pigliaru, tanto che l’assessore Cristiano Erriu era stato costretto di fatto a metterla da parte. E sembrano ancora più determinati ad affondare questo Piano casa. Il primo passo è la petizione popolare per la salvaguardia delle coste sarde rivolta al Ministro per i beni e attività culturali, al governatore e al presidente del Consiglio regionale per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dal mare. Una petizione firmata nei giorni scorsi anche da alcune personalità del mondo della cultura e da tanti stranieri. «Davanti a un'abissale crisi economico-sociale, alle drammatiche emergenze come quella dell'abbandono scolastico che portano sempre più l’isola a un futuro ignorante da manodopera dequalificata. Davanti a un dissesto idrogeologico foriero di mille calamità innaturali e a un contesto da terzo mondo nei trasporti – dicono gli ecologisti del Gruppo di intervento giuridico – il mondo politico sardo è capace di dare una sola risposta, sempre la stessa da decenni: cemento sulle coste con la pretesa di favorire il turismo». Il Grig punta il dito contro «il disegno di legge sul Piano Casa, adottato a fine 2019, che è ancora sconosciuto perché a distanza di un mese il governatore Solinas non si è degnato di pubblicizzarlo o di trasmetterlo al Consiglio regionale. Come se fosse oggetto di conoscenza riservata agli iniziati». Secondo Stefano Deliperi, anima del Grig, «riprendere la speculazione immobiliare lungo le coste è un intento ottuso e autolesionista. È la parte più pregiata del patrimonio ambientale e paesaggistico isolano, il fondamentale richiamo turistico, elemento di grande importanza per un'economia locale sempre più disastrata. Basti pensare che le strutture alberghiere vengono utilizzate per il 54 per cento nel mese di agosto e solamente per l'1 per cento nei mesi di gennaio e di dicembre. Come riporta il rapporto del Crenos sull'economia della Sardegna. Nessuno rimarrà inerte davanti all'ennesima follia contro l'ambiente».

Perantoni. Ma la battaglia contro il Piano Casa della Regione è arrivato in parlamento. Con l’intervento in aula del deputato del Movimento 5 Stelle Mario Perantoni. «La Sardegna è governata da una maggioranza di centro-destra a trazione leghista, che finora ha dimostrato di essere assolutamente inadeguata a governare e priva di qualsiasi visione innovativa di sviluppo. Si consideri che la Giunta si appresta a proporre al Consiglio regionale una modifica della Legge urbanistica, che prevede la possibilità di edificare all’interno della fascia dei 300 metri dalla battigia, in totale spregio dei vincoli di inedificabilità della fascia costiera, tutelata dalle norme di attuazione del Ppr che da decenni difendono le coste della Sardegna in misura molto più ampia rispetto al vincolo dei 300 metri. Si tratta di scelte politiche scellerate, in contrasto rispetto all’attuale indirizzo dell’azione di governo, sempre più orientata a un uso sostenibile del territorio e delle sue risorse, con un’attenzione sempre maggiore alla tutela dell’ambiente. Il nuovo Piano Casa annunciato dalla Giunta rappresenta l’ennesimo tentativo di cementificazione dell’isola». (l.roj)

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