La Nuova Sardegna

Aggredisce la compagna e tenta di darle fuoco

di Roberto Petretto
Aggredisce la compagna e tenta di darle fuoco

Operaio arrestato: ha cosparso la donna di benzina ma lei è riuscita a fuggire

25 gennaio 2020
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OLBIA. Le urla, gli insulti, le botte. Poi la benzina sul corpo e sui vestiti: un attimo per capire che le cose potevano finire male, molto male. La spinta istintiva, primordiale, a proteggere la vita dei suoi figli e la propria, ha forse salvato una donna che nella tarda serata di giovedì è stata aggredita dal compagno, ma è riuscita a vanificare quell’assalto, prima chiudendosi in auto, insieme ai due bambini, poi accendendo il motore e fuggendo, mentre l’uomo cercava di gettare benzina anche sull’auto in fuga.

L’uomo è stato arrestato e già ieri è comparso davanti giudice per le indagini preliminari del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi. Che, un po’ a sorpresa, almeno stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri, ha sì deciso di tenere in carcere l’uomo, ma solo per le accuse di maltrattamenti e di oltraggio a pubblico ufficiale. «Il giudice - spiega l’avvocato Nicola Di Benedetto, legale di fiducia dell’arrestato - ha convalidato il provvedimento, ma ha anche giustamente accolto il rilievo della difesa che puntava a vedere riconosciuta l’insussistenza di gravi indizi sul tentato omicidio».

Cosa è accaduto realmente giovedì sera? Tutto parte da una chiamata al 112. Ma anche se su questo aspetto della vicenda, su quella voce concitata e affannata che ha chiesto l’intervento dei carabinieri, ci sono degli aspetti da verificare. C’era un testimone che ha assistito all’aggressione? E se sì, chi era? Questo sarà uno snodo decisivo dell’indagine.

Qualcosa è accaduto giovedì in un centro dell’hinterland di Olbia. A tarda sera, quando la donna è rientrata a casa con i figli che era andata a riprendere dal padre naturale, sarebbe esplosa la rabbia dell’uomo. Insulti, forse anche qualche botta, visto che la donna ha riportato lesioni al tronco e al bacino per le quali le sono stati assegnati dieci giorni di cure. L’aggressione sarebbe proseguita anche fuori dalla casa, dove poi gli investigatori hanno ritrovato la tanica che sarebbe stata usata per cospargere di benzina il corpo della donna. L’auto che era servita per arrivare a casa è diventata un piccolo fortino e poi un mezzo per la fuga verso la salvezza. Poi sono arrivati i carabinieri della sezione radiomobile del Norm di Olbia e della stazione del paese: l’operaio non si era calmato, anzi: ha insultato anche i carabinieri che però lo hanno immobilizzato e portato prima in caserma e poi al carcere di Nuchis. Per i carabinieri l’accusa è quella di tentato omicidio, maltrattamenti in famiglia, minacce e atti persecutori, oltre a minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale.

Ad agosto dello scorso anno, stando a quanto ha raccontato la donna (la circostanza sarebbe stata confermata anche una parente) l’operaio aveva aggredito la compagna con le stesse modalità, investendola con un fiotto di benzina e minacciando di darle fuoco. Ma lei non aveva sporto denuncia. Per questo i carabinieri parlano di «diversi precedenti di polizia specifici», a carico dell’arrestato. «Il mio assistito è incensurato - ribatte l’avvocato Nicola Di Benedetto -. Io ho avuto la comunicazione solo alle 3 di notte: ho appena iniziato una serie di verifiche sul caso. Il dato rilevante è che non c’è l’accusa di tentato omicidio. È stata accolta la linea della difesa».

Per i carabinieri, invece, i dubbi sono pochi: «Si tratta dell’ennesimo caso di “Codice Rosso” - spiegano in una nota i militari del reparto territoriale di Olbia, coordinati dal tenente colonnello Davide Crapa - . Si tratta della normativa introdotta recentemente nel nostro codice penale, che tutela le vittime di violenza domestica e di genere, su cui la Procura della Repubblica del tribunale di Tempio ha posto sin dal principio particolare attenzione e che vede i carabinieri del comando provinciale di Sassari protagonisti in prima linea nella collaborazione con la magistratura inquirente ».

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