La Nuova Sardegna

Dorsale, solo in primavera il report sui costi e benefici

di Giuseppe Centore
Dorsale, solo in primavera il report sui costi e benefici

Proseguono a piccoli passi i diversi processi autorizzativi per i depositi costieri Snam e Sgi giocano la carta dell’idrogeno per convincere gli ambientalisti

09 febbraio 2020
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CAGLIARI. È l’araba fenice del dibattito sulla futura politica industriale ed energetica della Sardegna. Per alcuni sarà il grimaldello per convincere anche i riottosi della necessità di dotare l’isola di una rete organica per il metano (e non solo); per altri sarà invece la mannaia che farà cadere definitivamente il progetto. È l’analisi costi-benefici che l’Autorità per le reti l’energia e l’ambiente ha commissionato a Rse, la società pubblica per la ricerca nel settore elettrico energetico. Sarà Rse a redigere, con l’aiuto di esperti, il documento finale che consegnerà ad Arera. Questa infine formulerà il suo parere a governo e Parlamento sulla ripartizione dei costi legati alla realizzazione della dorsale: dovranno essere pagati solo dalle bollette dei sardi oppure in quanto rete primaria nazionale ricadranno sulle bollette di tutti gli utenti italiani?

La risposta non arriverà a giorni, e neppure entro questo mese. Se ne parlerà non prima della primavera inoltrata, perché Arera ha incaricato formalmente Rse da poco e per giunta le sue richieste non sono di poco conto. L’analisi infatti non dovrà tener conto solo dei dati economico finanziari delle diverse ipotesi in campo (sistema del metano con o senza dorsale e sua presunta incompatibilità con il nuovo elettrodotto) ma anche delle ricadute sociali delle due opzioni, dei possibili sviluppi di filiere, insomma di quella che in altri contesti si chiama qualità della vita e che è comunque misurabile con modelli matematici. Avendo il fiato sul collo dei partiti e delle tifoserie di entrambi gli schieramenti, Rse sentirà tutti i protagonisti, i portatori di interessi dei progetti, e userà dati pubblici e ufficiali, già adesso presenti. Nessuna ricerca originale, ma una analisi, rispettando metodi e procedure consolidati, dei dati istituzionali. La regola, che si evince anche dalle attività propedeutiche alla prima bozza di documento è “massima trasparenza e massima prudenza”.

Se gli esperti di Rse lavorano in silenzio, lo stesso fanno i dirigenti ministeriali che a piccoli passi forniscono le autorizzazioni, cornice giuridica per siglare a valle dei procedimenti gli accordi di programma. È di qualche giorno il via libera dei Beni culturali ai depositi criogenici nella banchina in concessione alla Ivi Petrolifera a Oristano. È il secondo dei tre impianti a essere completato. Rimangono aperte le procedure per il terzo deposito, sempre a Oristano, e per quello di Cagliari, dove il via libera dei Beni culturali, non arriverebbe, secondo chi è a conoscenza del dossier per la presenza a 15 metri dal limite minimo della chiesetta di Sant’Efisio a Giorgino. Se Cagliari avesse problemi, il polo centrale del sistema sarebbe Oristano, con Sassari come supporto e il sud Sardegna come riserva.

La presenza dell’Oristanese come punto centrale sarebbe rafforzata anche dalla cospicua produzione di biometano dalle imprese dell’area. In totale sono 19 i siti dove questa produzione è presente e fattibile, ma i produttori chiedono un sistema integrato, che gestirebbe una produzione globale sarda di 200 milioni di metri cubi l’anno, proprio per abbassare i costi e aumentare ricavi e eventuali investimenti. Collegata a questa opzione vi è quella dell’idrogeno, per Enura (la joint-venture Snam-Sgi che progetta la dorsale del gas) la rete energetica sarda sarebbe la prima in Italia a essere realizzata in funzione dell’uso dell’idrogeno, il carburante e il combustibile pulito del futuro. Esperimenti di immissione di idrogeno nella rete del gas sono stati fatti in Campania e in Sicilia, ma la sarda sarebbe la prima rete digitalizzata per resistere anche al non imminente stop al metano. Per noi, con il ritardo certo per l’addio al carbone, ben oltre il 2050.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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