La Nuova Sardegna

I leader della protesta: delusi dai politici

I leader della protesta: delusi dai politici

Falchi: «Ci hanno usato, mai spesi i soldi stanziati. E la Regione è assente»

09 febbraio 2020
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SASSARI. «Come ci sentiamo a un anno dal via di quelle proteste? Molto delusi» dice Gianuario Falchi che con Nenneddu Sanna è il leader della storica rivolta dei pastori. «Certo, oggi il pecorino è a 7,40 e allora era a 4,80 euro, l’impatto della protesta è stato tale che il mercato si è sbloccato e sinora è stato magnanimo. Ma la politica di cose concrete non ne ha fatto. Dei milioni stanziati non è stato speso un euro. Così presto ci ritroveremo punto e a capo. Il prezzo crollerà con le solite scuse delle eccedenze. Se le cooperative stanno chiudendo a 0,90-1 euro, gli industriali sono fermi a 0,74, continuano a fare cartello». Falchi ricorda che «non si parla più del piano dell’offerta del pecorino». E invita i politici «a dare un’occhiata ai social, dove si vede il rammarico della gente e si parla sempre più spesso di pastori che vendono gruppi di pecore: non riescono a pagare le spese. In Regione tutto tace: l’assessorato si limita a dare le colpe al ministero. E con noi non ha contatti. La Gdo non ci aiuta. E dobbiamo fare i conti con le 1000 denunce: conosco famiglie dove l’hanno ricevute padre, madre e figli, ma anche gente che era per strada a sostenerci. Dovranno pagare multe di migliaia di euro». Avete sempre predicato fiducia nelle trattative: «Era la strada giusta e, se quei soldi fossero stati spesi, oggi avremmo il latte a un euro. Senza la protesta sarebbe forse a 0,50». Nuove lotte in vista? «Protestare significa andare poi a parlare. Ma non vedo più nessuno disposto a trattare, siamo disillusi. I politici, tutti, ci hanno usato a fini elettorali. La politica – conclude amaramente Falchi – per noi ha un solo colore, il nero». (a.palm.)

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