La Nuova Sardegna

«Mi ha detto “sei fatto di coca”, vattene»

«Mi ha detto “sei fatto di coca”, vattene»

Il racconto dell’omicida al gip sull’ultima sera: la lite, le minacce, epilogo di un rapporto conflittuale

22 febbraio 2020
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SASSARI. «Quella sera Zdenka mi ha fatto una scenata perché era convinta che io avessi fatto uso di cocaina. Mi ha detto di andarmene di casa altrimenti avrebbe chiamato i carabinieri e avrebbe detto loro che l’avevo picchiata».

Un rapporto conflittuale interrotto più volte durante gli anni. I due si erano conosciuti nel 2000. Alla fine del 2019, stando al racconto dell’uomo, erano cominciati i litigi «per reciproche gelosie». Durante l’interrogatorio di garanzia il 45enne, assistito dall’avvocato Lorenzo Galisai, ha raccontato i dettagli di quella giornata, il 15 febbraio. La mattina l’uomo, nonostante avesse il divieto di avvicinamento relativo a precedenti maltrattamenti, era andato a casa di Zdenka, aveva preso una delle bambine e l’aveva portata a fare un giro al mare ad Alghero. Era rientrato a Sorso nel pomeriggio – questo sempre in base al suo racconto – e insieme alla compagna e alla bambina era andato a fare un giro in macchina. Tornati a casa «ha detto che ero fatto di cocaina e mi ha chiesto di andarmene. Allora sono uscito e dopo poco l’ho chiamata e mi ha passato al telefono il maresciallo che evidentemente era con lei, mi ha detto di non tornare». Dopo questa telefonata Fadda avrebbe di nuovo chiamato la compagna per dirle che aveva bisogno di prendere degli effetti personali e anche se lei continuava a respingerlo «dopo mezz’ora andai con l’intento di riappacificarmi». E qui comincia la difesa priva di qualunque credibilità, secondo il gip Michele Contini che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere: «Zdenka aveva un coltello perché stava cucinando, me l’ha puntato dicendomi di andare via. Io ho provato a calmarla e le ho detto di andare in macchina a fare un giro insieme perché i toni si erano alzati e temevo che qualcuno chiamasse i carabinieri. Lei si è convinta e siamo usciti (...) Giunti in strada, Zdenka, improvvisamente, anziché salire in macchina è andata nel bar. Io l’ho seguita e non appena sono entrato l’ho abbracciata ma lei si è buttata per terra e ha tirato fuori lo stesso coltello che mi aveva puntato poco prima, io ho sentito dolore al polpaccio e dopo lei si è lamentata e ho visto sangue. Ho dedotto così che si era ferita. Quindi l’ho presa in braccio per portarla in ospedale ma lei mi ha detto di non andare altrimenti mi avrebbero arrestato e allora sono andato dalla guardia medica di Ossi (...)». In realtà Fadda va casa dell’amico, non dalla guardia medica. «L’ho adagiata sul letto e stava bene. Anzi, mi ha anche abbracciato e baciato. Temendo che potessero arrestarmi, mi ha detto di prendere le bambine, di accudirle e che ci saremmo rivisti l’indomani...». Non pensava, Francesco Baingio Douglas Fadda, che Zdenka fosse grave. Verrebbe allora da chiedersi come mai, al bar di Usini, agli avventori abbia invece detto: «Ho litigato con uno e l’ho pugnalato al cuore. Me li daranno 10 anni?». (na.co.)

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