La Nuova Sardegna

Coronavirus, precauzioni anche in chiesa: via l’acqua santa a San Vero Milis

Don Ignazio Serra
Don Ignazio Serra

Il parroco don Ignazio Serra ha deciso di limitare i contatti tra i fedeli durante le funzioni religiose  

24 febbraio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





SAN VERO MILIS. Nessun allarmismo, solo un pizzico di prudenza in più. A maggior ragione se a richiederlo sono le catechiste e i fedeli. E così dalla parrocchia di Santa Sofia, a San Vero Milis, è sparita l’acqua benedetta dall’acquasantiera, la comunione verrà data sulla mano (e non accompagnata sino alla bocca), il consueto segno di pace che si scambia tra fedeli a metà funzione è stato sospeso sino a data da destinarsi e il segno della croce che generalmente si fa sulla fronte dei bambini verrà eseguito a distanza, senza contatto.

Lo ha deciso il parroco, don Ignazio Serra, che ha sospeso le pratiche che avrebbero potuto preoccupare i fedeli: «È stata una mia iniziativa, non ci sono state indicazioni dalla Diocesi in questo senso ma ho pensato che in questa maniera i fedeli fossero più tranquilli». Non il primo prelato che si trova a fare i conti con il coronavirus, sono di ieri diverse notizie arrivata dal nord Italia in cui i parroci non hanno potuto far altro che non celebrare le messe oppure trovare soluzioni alternative, come la celebrazione in solitaria seguita da una benedizione pubblica e all’aperto.

«Mi sembrava davvero eccessivo non celebrare la messa ma ho pensato che si sarebbero potuti evitare alcuni passaggi, come il contatto collettivo con l’acqua santa prima del segno della croce. Ora tutti ci vedono il rischio di contagio riferito al coronavirus ma alcune precauzioni possono servire anche a limitare la diffusione della normale influenza – precisa don Ignazio –. Per questo ho istruito anche gli aiutanti laici che distribuiscono l’eucarestia, in modo che tutto si svolga alla stessa maniera. Ho anche chiesto che il lavaggio delle mani fosse più frequente, io stesso sono stato molto attento a questi particolari, anche quando il coronavirus non esisteva».

Gli eventuali dubbi sono stati cancellati dalle reazioni dei parrocchiani: «Non ha protestato nessuno, anzi. Molti hanno lodato l’iniziativa che è stata portava avanti senza inutili allarmismi, solo per precauzione. Qualcuno si è anche offerto di mettere a disposizione l’amuchina per le prossime funzioni», conclude il parroco di San Vero Milis. La fuga in avanti di don Ignazio potrebbe presto diventare un esempio anche per altre parrocchie. In ogni caso, sarà la diocesi a decidere eventuali misure preventive. (c.z.)
 

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative