La Nuova Sardegna

I sindaci alla ministra: l’emergenza attentati c’è

di Alessandro Pirina
I sindaci alla ministra: l’emergenza attentati c’è

Arras, primo cittadino di Burgos: Lamorgese conosce poco la nostra realtà

10 marzo 2020
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SASSARI. Nel 2004 un ordigno uccise Bonifacio Tilocca, padre del sindaco Pino. Nel 2018 è stata data alle fiamme l’auto dell’attuale primo cittadino Tore Arras, un mese fa la stessa sorte è toccata all’auto del vice Tonino Nieddu. Quando in Sardegna si parla di amministratori nel mirino non può non venire in mente Burgos, piccolo centro di un territorio, il Goceano, in cui le cronache raccontano di numerosi atti intimidatori verso sindaci e amministratori in genere. Ecco perché il sindaco di Burgos, Tore Arras, è rimasto perplesso di fronte alle parole della ministra Luciana Lamorgese, che, in una intervista alla Nuova, ha detto che si sente di escludere «una situazione di emergenza in tema di intimidazioni ai rappresentanti delle istituzioni», citando l’Osservatorio regionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, sottolineando che comunque «la risposta dello Stato è e sarà coerente e rigorosa». «Forse la ministra dell’Interno non è a conoscenza della nostra realtà – dice Arras –. Prima di parlare bisognerebbe saperle le cose. A me nel 2018 hanno tentato di incendiare l’auto, un mese fa lo stesso è capitato al mio vice in prossimità delle amministrative dopo che io ho annunciato che non mi ricandiderò. È una intimidazione verso la costituzione di liste elettorali». Con il secondo mandato Arras ha deciso di chiudere la sua esperienza da sindaco. «Voglio vivere tranquillo, ho una famiglia, ho bambini piccoli. Non ho paura – tiene a sottolineare il primo cittadino – ma voglio salvaguardare la mia famiglia». Per due mandati Arras ha svolto il “lavoro” di sindaco con uno stipendio di appena 850 euro al mese, che solo da gennaio è stato aumentato a 1.200 più una indennità di 600. «Prima non riuscivo neanche a coprire le spese, ma per me era ed è una missione». Una missione che quest’anno però si interromperà, ma per la successione il rischio è che non si presenti nessuno. «Sto cercando di stimolare le persone a presentare una lista, perché Burgos lo dobbiamo governare noi, non un commissario straordinario – dice –. Ma la gente è scoraggiata, non c’è grande movimento. E così se nella prima tornata eravamo due candidati sindaci, nella seconda ero io da solo, quest’anno si rischia che non ci sia nessuno».

Anche Emiliano Deiana, presidente dell’Anci, mostra qualche perplessità sulle parole della titolare del Viminale. «Noi apprezziamo il fatto che la ministra abbia preso coscienza e si stia informando bene della situazione in Sardegna – dice –. Tuttavia, come presidente dell’Anci, e anche come sindaco, non vedo elementi di tranquillizzazione, soprattutto quando si parla di organici delle forze dell’ordine. Noi abbiamo chiesto in maniera precisa che nei posti in cui ci sono stati atti intimidatori vengano rafforzati. Invece, in passato è accaduto il contrario. Penso al Goceano: la settimana dopo l’attentato al sindaco di Bultei, Francesco Fois, avevano chiuso due presidi dei carabinieri. Noi chiediamo un cambio di marcia: il rafforzamento di quei territori in cui ci sono stati attentati». Deiana poi fa riferimento ai dati dell’Osservatorio citati dalla ministra. «Quei numeri non tengono conto delle intimidazioni che non vengono denunciate. È vero che uno ha il dovere di denunciare, ma talvolta c’è una sfiducia a farlo. Questo dato viene colto da chi vive il territorio e non dagli osservatori – spiega –. Un altro aspetto - che avevo già segnalato a Salvini quando aveva parlato di atti intimidatori in diminuzione - riguarda il fatto che l’Osservatorio tiene conto solo delle cariche elettive. Di attentati ai geometri o minacce agli assistenti sociali non c’è traccia nelle statistiche. I numeri non dicono tutto». Infine, rispetto al passato l’emergenza non riguarda solo le zone interne ma anche le coste. «Sono sempre più numerose le intimidazioni contro comuni costieri che hanno preso decisioni impopolari», conclude Deiana.

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