La Nuova Sardegna

Coronavirus, Sardegna: in quarantena tra ospedali in disuso e alberghi

Il presidente Solinas in video conferenza
Il presidente Solinas in video conferenza

Il contrasto della diffusione dell'influenza Covid-19 allo studio della Regione prevede tra l'altro tamponi a tappeto e tracciamento degli spostamenti dei pazienti positivi

24 marzo 2020
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CAGLIARI. Un modello sardo simile a quello messo in campo da Corea e Cina con un obiettivo chiaro: contrastare al massimo la diffusione virale. È lo schema delle tre «T» - come lo chiama il presidente della Regione Christian Solinas - «Testare, tracciare e trattare». E che prevede innanzitutto una campionatura a tappeto con test e tamponi a partire dalle strutture sanitarie e poi a diffusione sempre maggiore, quindi l'isolamento fiduciario non nei domicili ma in strutture come ospedali in disuso e alberghi, nei quali «optiamo di far soggiornare nei 14 giorni di quarantena anche gli attuali isolamenti domiciliari per evitare che vi sia un contatto con i familiari». E il tracciamento georeferenziato di tutti gli spostamenti e contatti dei positivi al coronavirus, e dei soggetti in quarantena.

Punto cardine del sistema è la piattaforma informatica dove sono inseriti i dati dei soggetti interessati. Il sistema, ha spiegato il presidente della Regione Christian Solinas in videoconferenza con i giornalisti, «consente una mappatura comune per comune, fino al numero civico delle abitazioni di queste persone». Dati che saranno condivisi con le prefetture e gli uffici epidemiologici, «così da verificare il rispetto dell'isolamento, l'aumento del numero di contagi, o la presenza di zone cluster con particolare concentrazione di positivi o asintomatici». La piattaforma, già operativa da quando è in vigore il blocco del traffico passeggeri in porti e aeroporti, permetterà dunque di «georeferenziare spostamenti e quarantena dei nuovi arrivi nell'Isola, 26.127 in totale dall'inizio dell'emergenza».

Durante la videoconferenza Solinas ha annunciato di aver dato mandato alla direzione generale della Protezione civile di procedere all'acquisto di ciò che serve ai medici per lavorare in sicurezza. «Abbiamo fatto una ricognizione mondiale di quanto ci fosse a disposizione in termini di dispositivi individuali e di respiratori: i primi ordini sono partiti già oggi e contiamo nell'arco di qualche giorno di superare in modo strutturale le criticità che sono state denunciate rispetto ai presidi e agli strumenti sanitari». (Ansa).

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