La Nuova Sardegna

Coronavirus a Sassari, Casa Serena è una polveriera

di Vincenzo Garofalo
Coronavirus a Sassari, Casa Serena è una polveriera

Sabato notte un gruppo di parenti dei 150 anziani si è presentato ai cancelli. Chiedevano di avere informazioni certe sullo stato di salute degli ospiti

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SASSARI. Un ospite morto per Covid-19 due giorni fa, altri sette anziani e 17 dipendenti positivi al virus, sono una polveriera che ha fatto scoppiare il caos sabato notte nella casa di riposo comunale, Casa Serena. Situazione critica, rientrata ieri grazie anche al provvidenziale intervento della prefetta di Sassari. E da oggi la situazione dovrebbe migliorare anche sotto l’aspetto organizzativo. Sabato notte, un gruppo di parenti dei circa 150 anziani che dimorano nella struttura si sono presentati ai cancelli di via Zara chiedendo di avere informazioni certe sullo stato di salute dei propri cari, che da martedì scorso sono in quarantena all'interno dell’istituto.

A far scattare l’allarme fra i familiari degli ospiti è stato un audio diffuso in serata tramite Whatsapp da una dipendente, in cui veniva descritta l’esasperazione degli anziani e del personale, in una situazione estremamente drammatica. Per riportare la calma c’è voluto l’intervento della Polizia locale e dei carabinieri. Ma la situazione resta critica: i familiari e il personale dipendente della Coopas, la cooperativa che gestisce i servizi di Casa Serena, chiedono che tutti possano fare il tampone. Test che fino a ieri era stato fatto solo a otto ospiti e a quaranta dipendenti. A rendere ancora più teso il clima c’è stata la situazione paradossale dell’anziano morto la notte tra venerdì e sabato nella stanza che condivideva con la moglie. Nessuna agenzia funebre voleva prendere in carico la salma, che è rimasta per 30 ore nel suo letto, vegliata dalla moglie, prima che si trovasse un impresario disposto a prenderla. Tutto questo con infermieri e operatori sanitari che, pur se positivi, sono rimasti al lavoro, stremati per la fatica e l’angoscia, senza neppure un letto dove riposare. Alcuni di loro hanno lasciato la struttura solo dopo l’insorgenza di febbre e tosse, e si sono isolati nelle loro case.

Ma da oggi la situazione, almeno a livello organizzativo, dovrebbe migliorare. Il Comune annuncia l’arrivo di rinforzi per fronteggiare al meglio l’emergenza: «Sono in arrivo a Casa Serena un’infermiera, Susanna Poggi, che avrà il ruolo di coordinamento di tutto il personale sanitario nella residenza per anziani e di raccordo con l’Ats, due nuovi infermieri e due medici: un geriatra e un anestesista», spiega una nota di Palazzo Ducale. «Per diretto interessamento anche della signora prefetta Maria Luisa D’Alessandro, il commissario straordinario dell’Ats, Giorgio Steri, ha autorizzato la Assl Sassari, all'invio di infermieri e medici specialisti per dare supporto e indicazioni ai responsabili della residenza e alla cooperativa che gestisce l’assistenza degli anziani ospiti», precisano dal Comune. «Già da alcuni giorni è attivo per i familiari degli ospiti e gli operatori un servizio di supporto psicologico telefonico a cura delle psicologhe in servizio nel Settore Politiche sociali». Il sindaco Gian Vittorio Campus annuncia querele per la dipendente che ha fatto scattare il pandemonio: «A causa di un contenuto fatto girare sui social, un gruppo di parenti degli ospiti si è presentato davanti a Casa Serena. La direzione e i vertici della cooperativa che gestisce la struttura hanno parlato con loro, per rassicurarli sulla reale situazione dentro le mura di Casa Serena e spiegare loro quanto sia alta l’attenzione dell’amministrazione su quanto sta accadendo nella residenza, e come si stia facendo di tutto per tenerla sotto controllo. La persona che ha fatto girare il contenuto sarà denunciata per procurato allarme e diffamazione».

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