La Nuova Sardegna

Soro, il neo commissario Aou di Sassari: «È dura ma ce la faremo»

di Gianni Bazzoni
Soro, il neo commissario Aou di Sassari: «È dura ma ce la faremo»

Il manager sassarese: «Sono pronto a inserirmi in una squadra che funziona. Non sono un salvatore della patria ma metto a disposizione le mie competenze»

28 marzo 2020
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SASSARI. «Sono ancora a Milano, oggi è stata una giornata che definirei particolare. Conto di essere in Sardegna lunedì e dovrò rispettare le disposizioni, per cui osserverò la quarantena come deve fare chi rientra da una zona rossa. Lavorerò da casa, si può fare. Sono pronto a dare il massimo».

Giovanni Maria Soro il giorno dopo la nomina a commissario straordinario dell’Aou di Sassari. Nessuna sorpresa, toni pacati e affermazioni decise. Massimo rispetto, anche verso chi - secondo le voci della politica - non avrebbe gradito il suo arrivo a Sassari. E non vuole sentire parlare di follia o di coraggio.

«Io ho dato la mia disponibilità per spirito di servizio – dice il manager sassarese – ho deciso di mettere a disposizione le mie competenze e le esperienze che ho maturato negli anni in questa fase critica per la Sardegna e per l’Italia. Non vengo come salvatore della patria, sono uno che può integrarsi facilmente in una squadra che secondo me ha lavorato bene».

Un messaggio dolce per abbattere le polemiche e entrare senza proteste? «Sono uno trasparente e leale, chi mi conosce lo sa. Non vengo per distribuire rimproveri: nessuno era preparato a questa emergenza. Penso però che il sistema sanitario - specie quello sardo - era già in una condizione di debolezza, viveva già una sua emergenza per carenze strutturali, di dispositivi e di organici. Per questo ha subito gli effetti maggiori». Cita il libro del 2015 di Walter Ricciardi “La tempesta perfetta” che racconta del servizio sanitario italiano e lo qualifica come uno dei migliori al mondo, ma annuncia anche che si profila all'orizzonte una possibile tempesta perfetta che rischia, in assenza di un significativo cambiamento di rotta, di farlo naufragare.

«L’emergenza Coronavirus ci ha colto in un momento di grave difficoltà, ma la sanità pubblica ha una capacità di sopravvivere che è unica al mondo, e in Sardegna lo stiamo dimostrando. Nessuno in questo momento ha la sicurezza di fare le cose giuste che portano i risultati auspicati. Abbiamo visto che ovunque è così, anche in Lombardia dove la sanità è una eccellenza».

Giovanni Maria Soro non porta ricette miracolose. «La situazione della nostra Isola non è differente da quella nazionale – dice – serve restare uniti e combattere tutti i giorni per vincere le difficoltà. Non mi piace dire che andrà tutto bene, perché non è vero. Non sta andando bene, ci sono migliaia di morti e di contagiati. Pagheremo un conto pesantissimo. Preferisco dire che ce la faremo. Serve un impegno grande, e sono convinto che molte cose sono state fatte bene. Ora c’è bisogno di continuare e migliorare, tutti insieme come una squadra e con spirito di servizio e collaborazione».

Il commissario dell’Aou parla di centralità della salute, di bene primario e dice «che ciascuno deve fare la sua parte sino in fondo per salvaguardare quello che è un patrimonio collettivo».

Da lunedì sarà in Sardegna e troverà una struttura dirigenziale “decaduta”. Sarà durissima. «Lo so, ma io vengo per lavorare e fare squadra. Le polemiche non mi interessano. Dobbiamo stare uniti e da tutti mi aspetto comportamenti socialmente responsabili».

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