La Nuova Sardegna

Come accedere: l’annuncio con le trombe

Come accedere: l’annuncio con le trombe

A Baradili, provincia di Oristano, sarà il sindaco Lino Zedda (foto) a spiegare con un bando vocale annunciato dalle trombe per le strade che cosa si dovrà fare per avere i buoni spesa in arrivo da...

31 marzo 2020
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A Baradili, provincia di Oristano, sarà il sindaco Lino Zedda (foto) a spiegare con un bando vocale annunciato dalle trombe per le strade che cosa si dovrà fare per avere i buoni spesa in arrivo da Roma: in totale 720,23 euro nel comune più piccolo dell’isola, appena 82 abitanti. Ma in qualche modo l'amministrazione ci aveva già pensato prima. Due gli obiettivi: far lavorare le imprese del posto e riempire la bocca dei suoi abitanti. E due le iniziative molto apprezzate dai residenti: una pizza gratis da asporto per tutti, offerta dal Comune. E, per pranzo, due confezioni di ravioli. Sempre acquistate dal Comune da un pastificio del paese e poi distribuite porta a porta. «Non risolvono i problemi - spiega il sindaco Lino Zedda - ma ci sembrava un segno di vicinanza da dare alla comunità in questo difficile documento. E lo stesso discorso vale per i 720 euro del Governo: non sono tanti, ma rappresentano comunque un segnale importante. Risolveremo al più presto, già da domani, la procedura dell'assegnazione dei fondi: più o meno andranno a 4-5 famiglie, alcune già seguite, che hanno visto peggiorare la situazione economica a causa dell'emergenza sanitaria». Nel comune più grande della Sardegna, Cagliari, arriveranno invece 814mila euro. «Ma noi eravamo già operativi grazie all'accordo con le associazioni di volontariato per la consegna di spese e pasti alle famiglie in affanno - dice il sindaco Paolo Truzzu - Ora si tratta di stabilire i requisiti per l'assegnazione di questi fondi del governo. Faremo in fretta anche se ci sono alcuni problemi pratici da risolvere. Ad esempio dobbiamo escludere chi già percepiva degli aiuti. E cercheremo di prestare attenzione a tutte quelle persone che lavoravano a giornata e che ora sono ferme». Ma secondo Truzzu, ci vuole qualcosa in più. «Serve una sorta di assegno di dignità che può essere quantificato anche in mille euro».

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