La Nuova Sardegna

Coronavirus, dalla corsetta alle sanzioni: il legale risponde sui social

Alessandro Pirina
Coronavirus, dalla corsetta alle sanzioni: il legale risponde sui social

Una pagina Facebook per dare informazioni sull’emergenza: quasi 10mila iscritti. L’avvocato Cappai: all’inizio si parlava di libertà soppresse, ora di aiuti economici

11 aprile 2020
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SASSARI. La vita durante la quarantena scorre sui social. Nelle città deserte, aperte solo per alimentari e farmaci, molte attività si sono trasferite su Facebook. Lo ha capito anche Salvatore Cappai, avvocato del foro di Sassari originario di Bonarcado, che ha aperto una pagina dedicata all’emergenza coronavirus in Sardegna. Un profilo ricco di informazioni legali gratuite in cui Cappai risponde con altri addetti ai lavori a questioni legate alla emergenza sanitaria. Una pagina social vicina a quota 10mila iscritti. «In questo momento stanno facendo la loro parte oltre ogni immaginazione i medici, gli infermieri e tutti coloro che a vario titolo operano nella sanità. I soccorritori, le forze dell'ordine e coloro che tengono in piedi i servizi essenziali – spiega –. Anche noi avvocati possiamo dare un contributo importante. Per questo ho deciso di creare la pagina. Un gruppo che vuole essere uno spazio di analisi normativa, di chiarezza e di utilità per tutti».

Stop alla libertà. La pagina è stata attivata ai primi di marzo e i primi interrogativi riguardavano le prime restrizioni decise dal governo Conte. «Inizialmente le difficoltà più grandi erano legate all’interpretazione delle norme che limitavano le libertà – spiega Cappai –. Le persone erano spaesate, perché non era mai accaduta una cosa del genere in Italia. Si discuteva della passeggiata, della corsetta. Sembrava la problematica più importante, mentre oggi la maggior parte delle domande riguardano questioni economiche».

Economia ferma. In effetti, ormai con attività e studi professionali fermi da un mese l’emergenza sanitaria è diventata anche un’emergenza economica, addirittura alimentare. E Stato e Regione sono scesi in campo con iniezioni di denaro per famiglie e imprese. «Le richieste sono di due tipi: c’è chi vuole sapere cosa stabilisce la norma, come deve essere interpretata, e dunque un’esigenza di chiarezza. E poi c’è chi invece vuole delucidazioni sulle procedure pratiche. E su questo punto ho coinvolto tributaristi, commercialisti e consulenti del lavoro per fornire una informazione completa. Perché spesso i cittadini non sanno come muoversi. Il problema maggiore è dato dalle tempistiche: date non rispettate, provvedimenti annunciati e non ancora applicati». La crisi dell’economia ha anche portato alla luce il problema degli affitti. «Sulle locazioni private serve un accordo per arrivare a una riduzione, mentre sulle locazioni commerciali c’è una certa giurisprudenza che sostiene che potrebbe esserci un diritto del locatario».

Sanzioni. Il mancato rispetto delle restrizioni ha costretto governo e comuni a prevedere sanzioni per trasgressori. Già oltre 10mila a livello nazionale. «È come scattata una reazione di necessità a uscire di casa – dice il legale –. Non era facile fare passare il concetto che i divieti fossero per la salute di tutti. E così è stato necessario prevedere sanzioni, perché la limitazione dei diritti individuali è possibile a fronte di una esigenza superiore della comunità. Ma ovviamente ci arrivano tante segnalazioni di cittadini che non sono d’accordo sulla sanzione che hanno subito. Per esempio persone multate in auto perché in due, nonostante fossero dello stesso nucleo familiare. O altre sanzionate perché portavano da mangiare a una colonia felina. Tutte sanzioni che potrebbero essere oggetto di ricorsi».

Animali. Cappai è un esperto di diritti degli animali, cura anche una pagina Facebook con oltre 200mila iscritti. E anche durante l’emergenza coronavirus non sono mancate le difficoltà di interpretazione sui diritti di cani e gatti. «La passeggiata con il cane per l’espletamento dei bisogni era sempre prevista, ma all’inizio non era specificata la distanza. Oggi la norma dice che non ci si può allontanare dall’abitazione di 200 metri. Da poco una donna mi ha scritto: l’hanno sanzionata perché si era spostata oltre i 200 metri. Sarà difficile l’annullamento della sanzione. Quello che mi preme specificare è che tutte le persone hanno oggi la possibilità di continuare ad alimentare gli animali sia in campagna che nelle colonie feline, o anche i cani randagi. Se uno già si occupava di benessere animale le eventuali sanzioni saranno tutte annullate».

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