La Nuova Sardegna

Quella strana quarantena dello skipper di Porto Torres su un catamarano a Papeete

di Gianni Bazzoni
Quella strana quarantena dello skipper di Porto Torres su un catamarano a Papeete

Era impegnato da marzo in una regata oceanica. «Il giro del mondo è stato annullato, ma abbiamo trovato molti porti chiusi»

27 aprile 2020
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PORTO TORRES. In dolce quarantena sulla casa galleggiante, dall’altra parte del mondo. Un posto bellissimo come Papeete che in altri momenti avresti apprezzato come non mai, ma che ai tempi del Covid-19 ti porta a riavvolgere il nastro della vita e rivedere la scala dei valori. Luca Lambroni ha 39 anni, è uno skipper di Porto Torres, ha una passione folle per il mare e il coraggio per le sfide impossibili. Da quando i medici lo hanno rimesso in piedi - dopo anni di sedia a rotelle a causa dei traumi di un incidente stradale - ha imparato a vivere giorno per giorno: «Mi hanno smontato il bacino tre volte – dice – ma ho un brutto carattere e anche se quasi nessuno ci credeva sono tornato a camminare».

Da metà marzo è a bordo del “Laura IV”, un catamarano Nautiteck di 54 piedi di proprietà di Pino Lasalandra, albergatore romano di 77 anni, proprietario del Jolly di via Nazionale, impegnato nella Arc World, regata oceanica con 34 imbarcazioni, una avventura straordinaria (a bordo oltre a Luca ci sono Antonio Pinna, originario di Villaurbana e Michele Manzin).

Oltre 4mila miglia percorse e a un certo punto la sorpresa amara di non doversi confrontare solo con mare e meteo ma anche con la pandemia da coronavirus. Così lontani e apparentemente irraggiungibili in mezzo all’oceano, invece il virus è riuscito a farsi sentire anche lì.

«Il governo della Polinesia francese – racconta Luca Lambroni – ha decretato la chiusura dei confini per evitare il rischio che il virus possa essere introdotto. Isole Marchesi e Tuamotu, tutto chiuso: ci hanno rimbalzato. La nostra navigazione è paragonata a una effettiva quarantena. Il giro del mondo è stato sospeso e la regata dichiarata conclusa, impossibile procedere con le tappe programmate. Ci è stato consentito solo di arrivare fino a Papeete (altre 1100 miglia) senza soste intermedie. Ora ognuno dovrebbe pensare per se, decidere cosa fare. Si parla di una riapertura il 29 ma non è certo, io potrei partire il 7 maggio per cercare di rientrare in Sardegna passando da Parigi». Non è stato piacevole sentirsi abbandonati in mezzo al Pacifico, dove nessuno ti vuole. «Sì in effetti è una sensazione strana: era tutto organizzato, le autorità coinvolte per l’ospitalità – dice Luca Lambroni – poi ti rendi conto che la storia del virus ha modificato radicalmente il sistema. Però la gente di mare riesce a trasformare una emergenza in una opportunità, ci siamo trovati a gestire una variabile non calcolata e l’abbiamo fatto».

«Ho portato la bandiera della Sardegna e il gagliardetto della città di Porto Torres ovunque – afferma Lambroni – e raccontato la nostra terra. Una esperienza incredibile. Ho capito ancora meglio che quello della nautica è un mondo che porta sviluppo e crescita, Porto Torres e la Sardegna ci devono puntare con decisione». Un diario di 80 pagine già scritto, aggiornato giorno e notte, il racconto di un viaggio che forse diventerà un libro.

«Ho un contratto come skipper che parte da maggio – conclude Luca – ma a questo punto verrà un po’ ridimensionato. Dipende da quando riesco a rientrare: qui non ho preso soldi, ho portato solo la mia grande passione e la voglia di crescere. So che raccoglierò tanto. Guardo alla mia vita. Nel 2017 l’ultimo intervento chirurgico, in tutto ne ho subiti venti in giro tra ospedali, ma è una guerra che ho messo ormai alle spalle. La notte guardo l’oceano e studio, imparo da ogni dettaglio. Il mare è la mia vita, in questa regata ci sono arrivato per caso: ero impegnato nel trasferimento di una barca a Napoli, la mia fidanzata mi ha telefonato e le comunicazioni non erano ottimali. Io avevo detto poi vediamo, e lei invece ha voluto farmi una sorpresa e mi ha fatto i biglietti. Così sono partito e ne è nata una nuova esperienza. Indimenticabile. In fondo la quarantena su una casa galleggiante ti insegna che niente è scontato. Ma io lo sapevo già».



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