La Nuova Sardegna

Sant’Efisio senza folla: il voto sciolto in silenzio

di Enrico Gaviano
Sant’Efisio senza folla: il voto sciolto in silenzio

L’emergenza sanitaria ha imposto la cancellazione della processione di fedeli Ma la città di Cagliari ha rinnovato l’atto di fede e devozione al Martire guerriero

04 maggio 2020
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CAGLIARI. Quattro ore invece che quattro giorni. L’edizione ridotta del pellegrinaggio di Sant’Efisio è durata l’arco di una mattinata: partenza dalla chiesetta di Stampace alle ore 9.30 e rientro alle 13.30. Le norme severe per impedire la diffusione del coronavirus hanno costretto a cancellare per un anno una delle processioni più imponenti che si svolgono al mondo. Non c’era altro da fare. Ma il viaggio del Martire guerriero da Cagliari a Nora non poteva certo essere messo da parte, nonostante la pandemia. Si tratta di un atto di fede, iniziato nel 1657, con il quale la comunità cagliaritana ha un legame storico indissolubile. Via dunque le traccas, i costumi tradizionali provenienti da tutta la Sardegna, la festosa invasione dei miliziani a cavallo, e il carro con i buoi che trascinano il simulacro di Sant’Efisio. Niente folla. Cambiata anche la data: niente primo maggio, come già in 364 edizioni era successo due volte, si è scelto il 3 maggio, il giorno del ritrovamento della Vera Croce, segno che campeggia sulla mano destra di Sant’Efisio.

L’emozione ha prevalso. Era disegnata sui volti di tutti, a cominciare dai componenti della Confraternita del Gonfalone, motore da sempre della processione, e negli uomini che hanno issato la teca speciale che conteneva il simulacro, sul pick up della Croce Rossa adattato per l’occasione. Il piccolo corteo, con un sottofondo di launeddas, si è mosso da Stampace verso la discesa del Largo Carlo Felice, quindi il municipio e l’uscita da Cagliari. Con un buon numero di fedeli ad accompagnare con lo sguardo, con un lancio di fiori o con una preghiera, il passaggio. Carabinieri, polizia municipale e agenti schierati in forze ma con il viso bonario di chi non voleva chiedere ad alcuno dei presenti perché si trovasse lì.

La lunga fila di auto con al centro quella in cui svettava Sant’Efisio è passata a fianco a Capoterra, Sarroch, quindi dentro il piccolo paese di Villa San Pietro, con la gente che aspettava, come pure nel rapido passaggio a Pula. Alle 11 l’arrivo a Nora. Nella minuscola e antica chiesa pochi fortunati hanno assistito alla messa celebrata dall’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi: la sindaca di Pula Carla Madau, l’Alter Nos Raffaele Onnis, il presidente dell’Arciconfraternta del gonfalone Giancarlo Sanna e qualche altro. Alla fine del rito, la statua è stata nuovamente caricata sul mezzo della Croce Rossa. Era mezzogiorno. Rapido ritorno seguendo l’identico percorso, e ancora tanti fedeli si sono presentati sulla strada.

Alle 13.30 l’arrivo a Stampace: il Santo è stato riportato all’interno della sua chiesetta e il presidente dell’Arciconfraternita ha letto davanti al sindaco di Cagliari Paolo Truzzu la formula dello scioglimento del voto, conclusa con il classico “Attrus annus mellus”. Che nei prossimi anni vada meglio. Mai come questa volta, con l’invocazione a debellare il coronavirus fatta a Sant’Efisio, tutti si augurano che l’auspicio si trasformi in realtà.
 

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