La Nuova Sardegna

Via la polvere dalle scuole chiuse

Via la polvere dalle scuole chiuse

Il progetto: nuova vita agli istituti abbandonati soprattutto nei centri dell’interno

11 maggio 2020
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SASSARI. Doppi turni, anzi no. Meglio lezioni frontali alternate alla didattica a distanza. Anzi, meglio ancora orario ridotto per tutti. Il nuovo anno scolastico è dietro l’angolo e ancora non è chiaro cosa accadrà. Le ipotesi in campo formulate dalla ministra Azzolina sono tante: alcune già respinte sul nascere, altre in fase di analisi e discussione. Due le certezze: ci sarà bisogno di spazi più ampi per garantire le distanze e le classi “pollaio” dovranno diventare un (brutto) ricordo. Ancora: dovrà essere limitato il fenomeno del pendolarismo, perché gli autobus non possono viaggiare a pieno carico. E gli orari di ingresso e uscita da scuola dovranno essere differenziati per evitare assembramenti all’interno e all’esterno degli edifici. La Sardegna parte con un grande handicap: la maggior parte delle strutture scolastiche non è in buone condizioni, moltissime quelle non a norma, e gli spazi sono limitati. È chiaro che il tema Covid- scuola deve essere una priorità per la nostra Regione: maglia nera per quanto riguarda la percentuale di dispersione scolastica, non può permettersi di perdere per strada altri studenti. Ecco una possibilità: utilizzare le tante scuole chiuse nei piccoli Comuni soprattutto dell’interno, sacrificate in nome degli accorpamenti e dei parametri da rispettare. L’idea piace alla Regione, il sindaco di Ardara l’ha rilanciata qualche giorno fa: è pronto a mettere a disposizione aule e strutture svuotate. Tanti colleghi la pensano come lui, per questo l’Anci Sardegna sta organizzando l’Anagrafe sarda delle scuole abbandonate: nei paesi e negli ambiti rurali. Con un sogno: provare a fare convivere negli ampi spazi ragazzi di età diverse, dalle elementari alle superiori, in una scuola che si riorganizza e, perché no, riscopre anche un contatto più diretto con la natura. (si. sa.)

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