La Nuova Sardegna

Coronavirus in Sardegna, vino in caduta libera: le vendite calano del 70%

di Antonello Palmas
Coronavirus in Sardegna, vino in caduta libera: le vendite calano del 70%

Un dossier di Coldiretti evidenzia i danni al settore gioiello dell’agricoltura sarda. La crisi è ancora più dura per chi rifornisce hotel, ristoranti e servizi di catering

20 maggio 2020
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SASSARI . Non si brinda più in cantina dopo anni di crescita del settore vitivinicolo. Negli oltre due mesi di lockdown pochi prodotti in Sardegna hanno subìto cadute a picco nelle vendite come il vino. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente parliamo di un-68% in bottiglie e del -65% in valore, maggiormente accentuato nelle aziende che si rapportano principalmente con il canale Horeca (hotel, ristoranti, catering) dove si registrano cali fino al -100%. E il guaio è che si prevede un’onda lunga per i prossimi sei mesi con una perdita del -64%. A dirlo è un report di Coldiretti Sardegna su un campione di 52 cantine di tutta l’isola, espressione di una produzione di 193.463 ettolitri di vino (oltre il 55% del totale prodotto nell’isola nella annata 2019) e circa 21 milioni di bottiglie. Da considerare che il distanziamento ha dato una mazzata al consumo del vino, comprensibile se si pensa a quanto la cultura del bere viva in simbiosi con la convivialità.

I mercati. Il settore sardo rappresenterà pure un modesto 1,5 per cento della produzione italiana (prima al mondo), ma c’è da sottolineare che si è dimostrato di gran lunga quello più dinamico e innovativo dell’agricoltura isolana e vanta una qualità che ha pochi rivali, con circa l’80% della produzione a marchio Doc e Igp E la chiusura di ristoranti e alberghi (per il 47% mercato di riferimento del vino sardo) ha di fatto bloccato le aziende, che per il resto si appoggiano al canale delle enoteche e wine bar (20%), vendita diretta (17%) e grande distribuzione (16%). L’area geografica di riferimento è il mercato isolano (56%), seguito da quello nazionale (23%), dai paesi europei (11%) ed extra europei (10%).

Le proposte. «Alla Regione – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – stiamo presentando un pacchetto di interventi di 8 milioni di euro necessari per non perdere fette importanti di mercato, non deprezzare il prodotto e garantire allo stesso tempo le condizioni minime per poter programmare e lavorare nella prossima annata». Si propongono maggiori fondi per il Pns investimenti; l’integrazione cospicua dei fondi per la distillazione rispetto a quelli previsti dal Governo, da destinare a circa il 30% dei vini bianchi e rosati consentendo di svuotare le cisterne da utilizzare nella imminente nuova annata, non far crollare il prezzo con le sovrapproduzioni e allo stesso tempo sperimentare anche un alcol 100% sardo; aumentare la percentuale di taglio consentita oltre il 15% dando la possibilità alle cantine di riversare nella nuova annata parte del prodotto invenduto a causa del Covid; il pegno rotativo per l’affinamento dei vini (sul modello del pecorino romano) e una campagna di comunicazione per la promozione nei mercati esteri e interni.

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