La Nuova Sardegna

Certificato sanitario: pressing sul governo

di Umberto Aime
Certificato sanitario: pressing sul governo

Il presidente Solinas insiste e chiede una risposta entro venerdì «Troppi rischi se i turisti non lo avranno». Da Roma arriva una bocciatura

26 maggio 2020
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CAGLIARI. Il governo Conte ha smorzato, ancora una volta, le pretese della Sardegna sul pacchetto Covid free. La scienza, invece, le ha bocciate addirittura sul nascere: «Non esistono patentini d’immunità. Chi li propone non sa di cosa parla». È stata un’altra giornata in prima linea per il governatore Solinas: addosso gli hanno sparato quasi tutti. Ma lui non ha mollato la presa sul passaporto sanitario che vorrebbe. Puntiglioso, ha replicato, con frasi forti, e insistito con decisione. «Quest’estate – ha detto – senza un certificato di negatività, al momento dello sbarco, sarebbero davvero troppi i rischi per chiunque, turisti e cittadini. Per noi è inaccettabile un improvviso tutti liberi. Quello che invece chiediamo e sollecitiamo è solo la liberalizzazione dei test. Lo ripeto da giorni: i turisti, che siamo pronti come sempre ad accogliere a braccia aperte, da noi devono sentirsi al sicuro, ma anche i sardi hanno lo stesso diritto. Chi di dovere, ci deve una risposta».

Il testa a testa. Lo scontro sul passaporto è esploso, diventando totale. Persino l’alleanza di centrodestra, quella che da oltre un anno governa la Regione, per gran parte del suo primo vertice post coronavirus ha discusso solo di questo e s’è schierata. «Il Governo smetta di giocare a nascondino con la Sardegna. Deve prendere una decisione e lo deve fare in fretta. Abbiamo bisogno di risposte. Non possiamo più navigare a vista. La stagione è alle porte», hanno detto uno dopo l’altro i coordinatori convocati dal presidente.

L’attacco frontale. Però, poco dopo, l’alleanza ha finito per sbattere contro l’ennesimo muro tirato su dal Governo, stavolta col viceministro alla salute Pierpaolo Sileri, Cinque stelle. In una diretta televisiva, è stato lui a ribadire vecchie e nuove perplessità di Palazzo Chigi e dintorni proprio sul passaporto. «È un progetto ambizioso, ma irrealizzabile», sono state le sue parole perentorie. Poi, ancora più alto, una muraglia, è stato quello costruito all’improvviso dalla scienza, con Giuseppe Ippolito, direttore dell’Istituto Spallanzani, centro di riferimento nazionale anti Covid. «Il mio è un no netto al patentino d’immunità preteso dalla Sardegna. Poi, fate attenzione, dietro questa storia dei test, tra l’altro molti dei quali non ancora neanche certificati, si nasconde un affare privato miliardario», ha detto in un altro salotto mediatico.

La replica secca. Dopo il vertice di maggioranza, «da cui siamo usciti ancora più forti», e aprendo la conferenza stampa del lunedì, Solinas è passato al contrattacco in un battibaleno. «Non stiamo sollecitando niente d’impossibile – ha detto, con un tono di voce abbastanza alto – Quindi, lo ribadisco, non accetto strumentalizzazioni da parte di alcuni scienziati o maldestri interventi istituzionali. Venerdì, in base al mandato che abbiamo ricevuto, presenteremo alle altre Regioni un nostro ordine del giorno sulla necessità che ci siano ben definiti controlli preliminari, semplici e veloci, per garantire a tutti il massimo della sicurezza sanitaria in una stagione turistica dove non potranno esserci certo incertezze e titubanze. Non possiamo permetterci di andare incontro all’ignoto. Venerdì sarà un giorno cruciale, poi la parola passerà al Governo».

Le contromosse annunciate. Se fra qualche giorno la posizione della Sardegna non dovesse andare a buon fine, il governatore avrebbe pronte alcune alternative. «Altri scenari – ha detto Solinas – sono pronti se il Governo non dovesse garantirci la sicurezza richiesta. Per esempio, abbiamo pensato di tracciare i turisti via smart phone e puntare sull’autocertificazione. Sia chiaro, in ogni caso vogliamo comunque garantire quella tranquillità che chiediamo e tutti ci chiedono». Per poi rilanciare: «Le strategie che abbiamo proposto, tra l’altro, non sono neanche molto diverse da quelle risultate vincenti in Corea del Sud, durante la seconda ondata del virus, o avallate dall’Organizzazione mondiale della sanità per le Canarie, dove dall’estero arriveranno solo voli certificati. Anche la Francia ha scelto i tamponi salivari come test. C’è di più: diverse regioni, dalla Sicilia alla Puglia, si stanno muovendo sulla nostra stessa linea. Puntiamo a una strategia unitaria e nazionale». Lanciandosi poi in una seconda requisitoria: «A chi ci accusa, diciamo di essere disponibili ad ascoltare altre proposte, ma senza che ci siano passi indietro rispetto a quelle certezze oggi rivendicate da tutto il mondo».

Lo scenario prospettato. Per rafforzare il concetto della sicurezza, Solinas ha ipotizzato persino cosa potrebbe accadere se ci fosse il via libera indiscriminato: un disastro. «Sia chiaro – ha detto – non c’interessano quali test otterranno il lasciapassare o chi li farà, evitiamo solo che il nostro sistema sanitario finisca sotto stress, mentre noi lo stiamo organizzando per ridurre al minimo qualunque rischio. O addirittura siano vanificati i sacrifici finora fatti dai sardi per ridurre al massimo il contagio. Siamo o no la terra con uno degli indici più bassi al mondo? Bene, vogliamo continuare ad esserlo».

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