La Nuova Sardegna

Duello Sala-Solinas: «Non andrei nell’isola» «Dovrebbe tacere»

di Roberto Petretto
Duello Sala-Solinas: «Non andrei nell’isola» «Dovrebbe tacere»

Il sindaco di Milano polemico sui controlli per l’accesso Il governatore: «Pensi ai suoi famigerati aperitivi»

28 maggio 2020
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SASSARI. Sul fatto che la pandemia ci avrebbe reso più uniti le ottimistiche convinzioni di alcuni hanno cominciato a vacillare sin da subito. Le divisioni, alimentate da campanilismi e differenti colori politici, stanno caratterizzando questa fase di ripresa e i rappresentanti istituzionali sembrano non sfuggire a questo meccanismo. La polemica di ieri ha visto contrapposti il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il presidente della Regione, Christian Solinas. Ha aperto le ostilità al mattino il sindaco Sala nel corso di una diretta social: «Vedo che alcuni presidenti di Regione, ad esempio quello della Liguria, Giovanni Toti, dicono che accoglieranno a braccia aperte i milanesi. Altri, non li cito, dicono “magari se fanno una patente di immunità è meglio”. Qui parlo da cittadino prima ancora che da sindaco: quando deciderò dove andare per un weekend o una vacanza me ne ricorderò».

Tra i sicuri destinatari del messaggio c’era sicuramente il presidente sardo che da settimane si sta battendo per l’istituzione di un “passaporto sanitario” poi diventato “certificato di negatività” che potrebbe essere derubricato in “autocertificazione” come condizione per l’ingresso in Sardegna. E infatti la risposta di Solinas non si è fatta attendere: «Sala in materia di coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia. Nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività».

Nell’arco della giornata Solinas ha poi precisato meglio: «La Sardegna lo ha fatto proprio per poter accogliere al meglio e in sicurezza tutti i cittadini, anche e soprattutto quelli che sarebbero fortemente penalizzati se il Governo andasse avanti nell’ipotesi di bloccare la mobilità dei residenti in regioni considerate a rischio superiore verso quelle a basso rischio. Con la mia proposta anche un cittadino di Milano potrebbe godersi da subito le vacanze in Sardegna».

Il sindaco di Milano ha poi controreplicato, sempre su Facebook, alla replica di Solinas: «Rispondo con educazione a quanto da lei affermato - ha scritto Sala rivolto al presidente sardo -. Ho parlato a titolo personale, ma non tiro indietro la mano: non andrei in vacanza laddove fosse richiesto un test di negatività. A parte il fatto che non è così semplice disporre di questi test, penso sia sbagliato discriminare gli italiani per regioni di appartenenza. Milano e la Lombardia saranno sempre terre di libertà e di accoglienza. Ci aspettiamo lo stesso dal resto del Paese». In serata Sala è intervenuto al Tg di La7: «Siamo una regione che ha sempre accolto tutti - ha detto -. Ora che siamo noi in difficoltà, essere trattati come untori non fa certo piacere».

Lo scontro ha provocato anche delle reazioni politiche. Il Pd sardo è intervenuto nella contrapposizione, criticando il presidente Solinas: «Le recenti dichiarazioni del presidente non fanno altro che aumentare la confusione, spaventare i turisti e gli operatori del settore - scrivono in una nota i consiglieri regionali del Pd -. Se in Sardegna c'è qualcuno che chiude le porte ai lombardi, questa è la Lega. La polemica sul passaporto sanitario, infatti, sembra fatta apposta per far scegliere ai turisti altre destinazioni. La giunta leghista sarda pensi ad una soluzione che permetta a tutti i cittadini italiani, compresi quelli lombardi, di poter trascorrere in sicurezza le vacanze in Sardegna».

Fratelli d’Italia invece difende il presidente: «Siamo pronti ad accogliere i turisti nell’Isola, ma è doveroso effettuare i controlli per garantire la salute di chi verrà a farci visita e dei residenti - scrivono Fausto Piga, Francesco Mura e Nico Mundula, rappresentanti di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale -. Basta barricate, auspichiamo un dialogo costruttivo col Governo, una leale collaborazione senza pregiudizi e posizioni ideologiche».

«Non abbiamo lezioni da dare. Ma, nel nostro piccolo, nemmeno da prenderne - dice il presidente dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana -. Non c'è nessun astio verso nessuno. Ma non c'è nemmeno nessuno, in Sardegna, che piega la testa ed espone all'insicurezza i nostri cittadini e le nostre famiglie. Noi abbiamo sempre vissuto con poco e di poco. Ma non abbiamo l'indole di elemosinare qualcosa».

Un deciso intervento a favore del governatore Solinas arriva dal deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Trovo assurde e fuori luogo le parole di Sala e di un suo non tanto celato boicottaggio verso la Sardegna solo perché si cerca di tutelarsi contro la pandemia. Sarebbe il caso riflettere prima di parlare a vanvera».

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