La Nuova Sardegna

Passaporto sanitario si cerca la mediazione

di Umberto Aime
Passaporto sanitario si cerca la mediazione

La Regione insiste sulla obbligatorietà ma dalla sua c’è solo la Sicilia Bonaccini propone la terza via: test anti Covid liberalizzati ma facoltativi

28 maggio 2020
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CAGLIARI. Sul lasciapassare per i turisti c’è una mediazione in corso. Nonostante siano sempre meno i favorevoli a che diventi obbligatorio, a insistere sono rimaste solo Sardegna e Sicilia, la Conferenza delle Regioni non vorrebbe spaccarsi sul problema dei problemi. Domani è il giorno decisivo: una scelta comunque andrà fatta, anche se l’ultima parola spetterà al Governo su quali regole dovranno essere rispettate dal 3 giugno in poi.

La terza via. Il presidente della Conferenza – Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna – starebbe per presentare una terza via alle fazioni in campo. Dovrebbe essere questa: «Chiediamo compatti al Governo di liberalizzare i test anti-Covid, a cominciare da quelli molecolari, ma non vincoliamoli agli spostamenti fra le regioni». Dunque, secondo la proposta Bonaccini, per il turista sottoporsi all’analisi preliminare non potrà che essere una scelta volontaria, non la condizione necessaria per viaggiare. La trattativa fra favorevoli e contrari al certificato di negatività è appena cominciata. Nel frattempo, come annunciato da Solinas, la Sardegna ha inviato una sua proposta alla commissione sanità della Conferenza delle Regioni.

La liberalizzazione. La bozza dell’ordine del giorno, firmata da Solinas e dall’assessore alla sanità Mario Nieddu, può essere sintetizzata così: «La liberalizzazione dei tamponi è indispensabile. Su richiesta qualunque test molecolare o sierologico dovrà poter essere prescritto dal medico di famiglia». Con in più la richiesta che il costo, intorno ai 60 euro, sia a carico del sistema sanitario nazionale nel caso in cui il paziente abbia sintomi riconducibili al virus. Altrimenti dovrà essere possibile effettuarlo a pagamento nei laboratori d’analisi privati. Su quest’aspetto, la liberalizzazione, gli altri governatori sarebbero d’accordo, perché nessuno vuole che i tamponi siano ancora monopolizzati dall’Igiene pubblica, com’è invece dall’inizio dell’emergenza. È sul resto che non c’è l’accordo. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, leghista, ha detto: «Mi dispiace, ma il passaporto sanitario è inattuabile». È stato lui l’ennesimo governatore del centrodestra a dichiararsi contrario, dopo Giovanni Toti della Liguria e il lombardo Attilio Fontana.

La procedura. Anche poche ore fa, durante la trasmissione di Rai Radio Uno “Tra poco in edicola” di Stefano Mensurati, Solinas ha detto: «Chiediamo una semplice certificazione di negatività. Chiediamo al Governo che renda possibile eseguirlo in tutta Italia in farmacia, nei laboratori privati, dal medico, per non intasare le strutture pubbliche e rendere il procedimento semplice con costi accessibili da compensare in Sardegna».

Il presidente Solinas ha anche spostato l’attenzione sulle responsabilità del Governo: «Chi è che deve accreditare i test in Italia? Chi è in ritardo nel dire quali sono i test validi? Chi deve dire se e come dal 3 giugno si aprirà agli spostamenti tra Regioni? La responsabilità è del Governo».

Rispondendo a un ascoltatore di Milano che gli chiedeva cosa fare per arrivare nell’isola, Solinas ha detto: «In Lombardia è possibile fare dei test sieroplogici: lo faccia e si presenti all’imbarco col certificato».

La controproposta. «La confusione del governatore Solinas non serve a nessuno», ha scritto in un post Massimo Zedda, leader dei Progressisti. Per poi aggiungere: «Invece di inventarsi soluzioni stravaganti, chieda al Governo di scegliere la Sardegna come luogo in cui sperimentare le analisi per individuare i contagiati, in modo tale da avere un controllo reale sull’andamento del virus con la riapertura di porti e aeroporti».

No all’autocertificazione. In attesa di conoscere quali spostamenti fra le regioni saranno autorizzati dal Governo, l’ipotesi dell’autocertificazione è stata bocciata dal Comitato scientifico nazionale. «Sarebbe inutile e non garantirebbe alcunché, perché sulla veridicità della stessa non ci sarebbero riscontri», è stato ribadito dagli esperti. Il Comitato, invece, sarebbe molto più propenso a consentite i viaggi fra le regioni che hanno lo stesso indice di contagio. Ma questo vorrebbe dire, stando agli ultimi bollettini, che in Sardegna non potrebbero arrivare i turisti in partenza da Lombardia, Piemonte e Veneto, che invece rappresentano la quota più alta delle presenze. A questo punto la partita sui certificati è totale non solo sul fronte politico ma anche su quello scientifico. Con il Governo che, in queste ore, ha ribadito quanto va dicendo da tempo: «Discutiamo della liberalizzazione dei tamponi, ma non tiriamo su barriere territoriali».

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