La Nuova Sardegna

L’sos dei parchi acquatici: vogliamo ripartire subito

di Antonello Palmas
L’sos dei parchi acquatici: vogliamo ripartire subito

Strutture pronte a riaprire ma mancano date certe e i protocolli della Regione: «Ci sono 400 stagionali a rischio, ora dobbiamo poter programmare» 

29 maggio 2020
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SASSARI. Pochi luoghi rappresentano bene l’immagine dell’estate come i parchi acquatici. Una festa di colori, con piscine strapiene, ragazzi e ragazze che ballano, schiuma party e lezioni in acqua, bambini che scoprono il brivido del tuffo dopo la lunga discesa nello scivolo. Tutti felicemente vicini... Così in tempo di Covid queste strutture rischiano di passare per un’icona del tanto temuto assembramento. E gli aquapark sardi, che danno lavoro a 400 stagionali, non sanno ancora quando riapriranno, ma soprattutto quali regole dovranno seguire. Per Maurizio Crisanti, segretario nazionale di Anesv, «c’è grande attesa tra le imprese sarde di una data di apertura, che permetterà di programmare la stagione, per tentare di limitare i danni» e ritiene che «se l’obiettivo del Governo è quello di offrire a cittadini e turisti alternative alle spiagge, la cui capienza è necessariamente ridotta, i parchi acquatici lo sono». E Luciano Marengo, referente Anesv per l’isola, spiega che si attendono le linee guida regionali che alcune Regioni hanno già adottato, mentre non si capisce cosa attenda la Sardegna, dove peraltro la situazione sanitaria è meno grave. Noi abbiamo già mandato le nostre proposte a Cagliari».

Debora Carta, titolare dell’Aquafantasy dell’Isola Rossa, bella realtà economica e turistica della Gallura costiera: «Tutti i parchi acquatici sardi aprono sempre nell’ultima settimana di giugno e chiudono dopo la prima di settembre, due mesi e mezzo in cui tutto deve funzionare al top. Ma allo stato attuale la situazione è drammatica, senza linee guida non sappiamo quali saranno esattamente gli obblighi, al di là di ciò che riguarda le piscine. Chiaro che gli aquapark sono luoghi di assembramento per definizione e non si potranno svolgere determinate attività. Se dovremo contingentare gli ingressi spero lo sapremo presto, ci regoleremo di conseguenza con le assunzioni». All’Isola Rossa sono pronti: «Nel giro di dieci giorni siamo in condizioni di riaprire, anche perché abbiamo l’abitudine di curare la manutenzione nei 9 mesi di chiusura». Paura che gli utenti abbiano paura? «No assolutamente – dice la Carta – Con 25-28 stagionali a disposizione, tutti ragazzi del posto, abbiamo personale di sorveglianza ovunque e siamo sicuri di poter riaprire seguendo tutte le direttive. Ma già prima l’igiene per noi era al primo posto con la sicurezza. Per il resto dovremo badare alle distanze tra i lettini, alla fruizione degli scivoli delle piscine e dei servizi igienici». Per Debora sono tutte misure realizzabili.

Andrea Galante, dell’Aquadream di Baja Sardinia, ha già in mente una data per la riapertura: il 27 giugno. «Ci stiamo preparando con 25 dipendenti stagionali e confidiamo di poter salvare la stagione. Le misure di sicurezza saranno analoghe a quelle dei balneari, negli scivoli il distanziamento si può fare facilmente, certo per alcune attività e per le piscine dei piccoli immagino che ci sarà qualche problema in più, anche se mancano indicazioni precise, quelle norme specifiche che ogni Regione deve produrre. Spero che la Sardegna lo faccia per il 4 giugno e confidiamo sul fatto che Solinas abbandoni l’idea del passaporto sanitario, freno al turismo». Noi lavoriamo molto con gli stranieri, quest’anno ce ne saranno pochi, speriamo almeno in quelli italiani. E ci teniamo a salvaguardare i posti di lavoro. Non pensiamo che la paura dell’utenza alla fine avrà troppo peso, la situazione non mi sembra così drammatica anche se occorre tenere alta la guardia. E noi siamo pronti a farlo».

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