La Nuova Sardegna

Ritardi e tante incertezze per “la scuola che riparte”

di Claudio Zoccheddu
Ritardi e tante incertezze per “la scuola che riparte”

Le novità proposte del comitato scientifico non convincono i dirigenti. Dubbi sulle ore da 40 minuti e sulle aule da recuperare negli edifici dismessi 

30 maggio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Su un aspetto sono tutti d’accordo: il progetto del comitato tecnico scientifico del ministero dell’Istruzione “Scuola che riparte” ha già accumulato un buon ritardo. Ed è solo un progetto. Prima che diventi ufficiale passerà altro tempo e l’organizzazione delle scuole del post emergenza sarà sempre più complicata. Anche perché il numero di docenti attualmente di ruolo non è sufficiente ad affrontare le novità proposte.

Le novità. La parola d’ordine è trovare gli spazi per rispettare la distanze. Quindi serviranno classi con meno alunni, massimo 12. Ma trovare le aule non sarà facile e dove non sarà possibile si opterà per dividerle gli studenti in attività diverse. Per questo le ore saranno di 40 minuti, in modo che i docenti possano ritagliare i tempi da dedicare allo sdoppiamento delle classi e delle attività. Prevista anche la depenalizzazione del reato di infortunio sul lavoro, in cui rientrava il contagio da Covid, che sino a oggi sarebbe responsabilità del preside. Gli studenti delle scuole superiori potranno continuare con la didattica a distanza, anche se non è certo, ma in ogni caso entreranno a scuola scaglionati in fasce orarie, per evitare gli assembramenti. I più piccoli, elementari e medie, entreranno insieme ma da accessi separati. Sono previste anche le lezioni all’aperto o in spazi alternativi. Tutta teoria, per ora. La pratica potrebbe essere molto più complicata. Sul fronte dell’igiene sono previste sanificazioni quotidiane dei locali e mascherine per tutti (ai docenti e al personale Ata dovranno essere fornite dalla scuola). Il metro di distanza dovrà essere garantito ovunque e non entreranno a scuola gli alunni che hanno avuto la febbre sopra i 37,5 gradi nei tre giorni precedenti.

I presidi. Anna Maria Maullu, presidente della sezione sarda dell’associazione che riunisce i dirigenti scolastici, mette in chiaro un concetto: «Si tratta di indicazioni, ancora non nulla di ufficiale. Ed è preoccupante perché i tempi sono ristretti e stiamo ancora ragionando sulla teoria». In attesa della pratica, la dirigente inizia dalle cose fattibili: «Igienizzare le scuole non sarà un problema, procurare le mascherine per docenti e Ata, invece, sarà più complicato. Nella mia scuola siamo 250 e ne serve almeno una al giorno. Per il distanziamento credo che sia più facile nelle piccole realtà, ma sarà comunque necessario recuperare edifici chiusi da tempo, che hanno bisogno di restauri e che non possono ospitare i laboratori. Servono tanti soldi, l’impegno degli enti locali e della Regione che si dovrà occupare di riorganizzare i trasporti dei pendolari in funzione degli ingressi scaglionati o delle nuove sedi scolastiche. Non mi risulta, poi, che siano previste le assunzioni dei docenti che invece sarebbero necessari anche se ogni istituto potrebbe modulare le ore da 40 minuti a seconda delle esigenze, anche se si parla di un tempo insufficiente per una lezione, figuriamoci per un’esperienza in laboratorio».

Gli psicologi. Luca Pisano, psicologo in prima linea contro la didattica a distanza, non ha dubbi: «È stata scelta la linea del risparmio ed è una cosa molto grave. Non potendo assumere gli insegnanti in grado di garantire i doppi turni, hanno inventato le ore da 40 minuti. Non è una riforma della scuola, è un impoverimento delle didattica che ricadrà sulla formazione dei nostri figli». Pisano, poi, attacca i sindacati: «Non hanno una posizione chiara, non hanno chiesto l’aumento del numero degli insegnanti, e solo ieri si sono esposti contro la didattica a distanza. Non hanno un’idea comune ma sono loro che dovrebbero contrattare con il governo. Capisco che qualche insegnate anziano abbia paura di rientrare a scuola ma il conto non lo possono pagare gli studenti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative