La Nuova Sardegna

Il comitato scientifico sardo: «Il Covid non è ancora sconfitto»

Il comitato scientifico sardo: «Il Covid non è ancora sconfitto»

Gli esperti ascoltati dalla Commissione: il certificato di negatività per noi era la priorità

04 giugno 2020
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CAGLIARI. Il certificato di negatività? «Un’occasione mancata, purtroppo». Il coronavirus è sconfitto? «Assolutamente no e non è certo questo il momento di abbassare la guardia». Con l’arrivo dei turisti, quali potrebbero essere i contraccolpi sul sistema anti-Covid Sardegna? «È difficile fare previsioni, ma rischia di essere rilevante». Sono state queste le risposte del Comitato tecnico-scientifico regionale, che più di altre hanno lasciato il segno nell’aula della commissione salute del Consiglio regionale. Anzi, ci sarebbe anche una quarta: finora la capacità di penetrazione del coronavirus, in Sardegna, è stata dello 0,37 per cento ogni 100mila abitanti, contro il 17 della Lombardia, 48 volte in più, ed è proprio questa differenza abissale a preoccupare.

Il confronto. Convocati dal presidente Domenico Gallus, tre esperti su quattro del Comitato del governatore – Pietro Cappuccinelli, virologo, Francesco Cucca, genetista e Giovanni Sotgiu, esperto di statistica medica – hanno risposto alla chiamata. Unico assente, l’infettivologo Stefano Vella. Per la prima volta, da quando il gruppo è stato costituito, gli esperti sono usciti allo scoperto. Sin dall’inizio delle loro risposte s’è capito che sono stati proprio loro, in questi giorni, i primi a proporre la strategia del certificato, poi bocciata sul nascere dal Governo. Cappuccinelli lo ha detto: «Per noi sarebbe dovuto essere una priorità. E infatti l’abbiamo presentato, a suo tempo, come la miglior prescrizione possibile per tenere sotto controllo i contagi. Ma sono state fatte altre scelte, politiche, su cui non vogliamo e non dobbiamo entrare». Sotgiu ha aggiunto: «È vero, avevamo pensato a un modello che, secondo noi avrebbe dato maggiore garanzie a un territorio, la Sardegna, a bassa incidenza, ma a prevalere è stato altro». A questo punto, però, sarebbe inutile inseguire ancora i fantasmi. «Giusto – ha detto Capuccinelli – È passata la strategia del questionario e dell’applicazione per gli smart-phone e sono quelle che andranno utilizzate. Saranno sufficienti? Potrebbero esserlo per tracciare gli spostamenti dei turisti dopo lo sbarco».

Vigilanza. Come ha sottolineato Cucca, quest’estate «dovremo essere bravi ad anticipare, il più in fretta possibile, la comparsa di nuovi focolai». Tant’è che il genetista ha ribadito poco dopo: «Le prescrizioni individuali devono continuare a esserci. Sarebbe grave abbassare l’attenzione in questo momento e soprattutto d’estate». Per concludere: «Ci chiedete quali delle due app preferiamo: la nazionale, Immuni, o quella regionale. Fosse per noi, sarebbero da utilizzare entrambe: hanno scopi diversi. Una traccia i contatti fra gli smart-phone, l’altra dove si spostano le persone», e s’è capito che se fosse stato per loro, la scelta sarebbe caduta sull’app nostrana. (ua)

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