La Nuova Sardegna

blue tongue 

Per bovini e ovini della Sardegna movimentazione di nuovo libera

CAGLIARI. La Sardegna riesce ad anticipare di sei mesi la fine delle restrizioni per la Blue tongue, la febbre catarrale che colpisce i ruminanti: l’isola potrà riprendere la movimentazione dei capi...

06 giugno 2020
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CAGLIARI. La Sardegna riesce ad anticipare di sei mesi la fine delle restrizioni per la Blue tongue, la febbre catarrale che colpisce i ruminanti: l’isola potrà riprendere la movimentazione dei capi bovini, ovini e caprini sul territorio nazionale, senza limitazioni legate all’effettuazione di costosi esami che di fatto mettevano fuori mercato le produzioni sarde. La Regione e il ministero della Salute si accordano per riconoscere la Sardegna area omogenea con il resto d'Italia (tranne Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige), mantenendo le restrizioni a soli sei Comuni interessati dai primi focolai: Giba, Piscinas, Santadi, San Giovanni Suergiu, Teulada, Sant'Anna Arresi. Nel 2018, la comparsa nel Sulcis del sierotipo 3, l'unico per cui non c’è un vaccino, ha comportato limitazioni in un'area di 150 chilometri dal focolaio, introducendo l'obbligo dei prelievi e test Pcr sugli animali destinati alla movimentazione. Restrizioni alla circolazione che, di fatto, hanno risparmiato soltanto il nord Sardegna. «La rimozione del blocco è un risultato importante per tutto il comparto della zootecnia» dice l'assessore della Sanità, Mario Nieddu, che spiega come gli sforzi per contrastare il morbo siano stati giudicati positivamente e i dati idonei ad anticipare lo scioglimento del blocco.

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