La Nuova Sardegna

Sanità, ripartenza lenta: c’è posto solo per le urgenze

di Roberto Petretto
Sanità, ripartenza lenta: c’è posto solo per le urgenze

Un milione le visite da smaltire dopo tre mesi di blocco, prenotazioni nel caos

11 giugno 2020
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SASSARI. L’attesa non è tanto lunga: appena tre minuti dopo il messaggio registrato che comunica i termini della privacy risponde una signora dai toni gentili. «Una gastroscopia? Disponibile a farla in tutta la Sardegna? Ci sarebbe qualche posto libero la prossima settimana al Policlinico sassarese». L’esperimento con il Centro unico di prenotazione è andato bene, ma occorre fare una premessa fondamentale: si accettano solo richieste con codici U e B, le classi di priorità previste nel Piano nazionale di governo delle liste di attesa. La classe U (urgente) prevede prestazioni da eseguire entro 72 ore; la classe B (breve), prestazioni da eseguire entro 10 giorni. Se nella prescrizione non si ha uno di questi codici non si viene neppure presi in considerazione. Almeno per il momento.

Tornare alla normalità. È la sanità del post-Covid, che tenta di ripartire e di tornare alla normalità. Con non poche difficoltà. In tre mesi di blocco le già sofferenti liste di attesa si sono gonfiate per effetto di annullamenti e rinvii. Si parla di un milione di prestazioni accumulate (dato fornito dall’associazione Walter Piludu), anche se l’assessore alla Sanita, Mario Nieddu, nell’intervista che pubblichiamo a fianco, dice che la stima non è realistica. Molti utenti sardi stanno incontrando enormi difficoltà a riprogrammare visite o esami non effettuati durante l’emergenza o a prenotarne di nuovi.

La situazione precedente. Non che prima dell’epidemia le cose andassero in modo impeccabile: a novembre 2019, nell’Assl di Sassari, un appuntamento per una visita cardiologica differibile si otteneva dopo due mesi. Per una visita urologica dopo 79 giorni. Per una Tac alla testa dopo 85. A febbraio, sempre a Sassari, per Tac addome, rettoscopia e mammografia le prenotazioni erano bloccate perché le agende erano sature. Dopo tre mesi la situazione è peggiorata. Le attività ambulatoriali sono rimaste bloccate. Ad aggravare ancora di più la situazione ci sono carenze di organico.

Pensionati non sostituiti. Diversi specialisti sono andati in pensione, ma non sono stati sostituiti: nell’ultimo anno, solo nelle strutture dell’Ats (escludendo quindi ospedale di Sassari e Cliniche San Pietro) 3 oculisti, 5 odontoiatri, 1 otorinolaringoiatra, 2 diabetologi. È purtroppo deceduta anche una dermatologa e neppure lei è stata sostituita.

Servizi rallentati. A Sassari un ambulatorio di oculistica è inutilizzato tutta la settimana, a Porto Torres, dove gli oculisti erano presenti tutti i giorni della settimana ora sono presenti solo due mattine, sempre a Porto Torres non ci sarà più l’otorinolaringoiatria, a Bono, Bonorva e Tempio il servizio di odontoiatria non c’è più, ad Alghero un ambulatorio di odontoiatria è inutilizzato tutta la settimana, ad Olbia il dentista c’è solo il lunedì per 5 ore, a Sassari al Conti su 6 riuniti ne vengono utilizzati 3.

Aumentare le ore. «È fondamentale ripartire con l’assegnazione di un maggior numero di ore agli specialisti ambulatoriali - dice Luciana Cois, della Cisl medici- e ampliare l’offerta per venire incontro a esigenze delle persone. Nei distretti dell’Ats ci sono 75 ambulatori a cui vanno aggiunti quelli ospedalieri. Bisogna aumentare l’orario degli specialisti ambulatoriali per visite diluite nel tempo con apertura nei prefestivi e con orari aumentati».

Altrimenti si ripeteranno casi come quello di un signore sassarese che avrebbe dovuto affrontare un’operazione di cataratta durante la pandemia. Prestazione rinviata che ora ha tentato di riprogrammare, con questi risultati: nulla da fare a Ozieri e Alghero, col rischio che non sia un posto disponibile persino in tutto il 2021.

Il prezzo della sicurezza. Alla ripresa la più semplice visita richiederà tempi molto più lunghi: «Ci sono tantissime prestazioni da recuperare in tre mesi - dice ancora Luciana Cois della Cisl medici -. Non si può pretendere che questo avvenga in pochi giorni. Serve un percorso di recupero con interazione tra specialisti, medici medicina generale e pediatri. Iniziare con pazienti più fragili. Ma le visite saranno più lunghe: l’ambulatorio va sanificato dopo ogni visita, poi bisogna aggiungere le procedure vestizione e svestizione».

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