La Nuova Sardegna

«Pronti a sbarcare, poi quel fumo nero a prua»

di Tiziana Simula
«Pronti a sbarcare, poi quel fumo nero a prua»

Il racconto dei passeggeri: «Sono stati momenti terribili, ma l’equipaggio è stato professionale»

19 giugno 2020
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OLBIA. Qualcuno si preparava ad uscire dalle cuccette, altri erano già fuori, con le valige in mano, pronti per lo sbarco. Il fumo nero aveva cominciato ad avvolgere la nave. E subito è arrivata la comunicazione del comandante: «C’è un incendio nel garage della nave, tutti i passeggeri raggiungano il salone di poppa». Paura? «Si, un po’ di paura l’ho avuta...C’era fumo nero», dice Michela, di origine romena, appena mette piede alla stazione marittima. Abbraccia l’amica, si stringono forte, con gli occhi lucidi e la mascherina che toglie il respiro. Arrivano alla spicciolata, dopo aver abbandonato la “Cruise Bonaria” col garage che ancora fuma e i vigili del fuoco mobilitati a spegnere un incendio che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Ma ieri sera, l’emergenza è stata gestita molto bene, sia a bordo della nave che all’attracco all’Isola Bianca. E a dirlo sono stati gli stessi passeggeri, nonostante la brutta esperienza.

«Il personale era preparatissimo, mi ha dato molta sicurezza», dice Agostino Cibin, di Treviso, arrivato in Sardegna insieme alla moglie per trascorrere una ventina di giorni di ferie a Cannigione. Racconta quegli attimi vissuti a bordo della nave, quando il fumo nero e denso si è sprigionato dalla prua ed è scattato l’allarme. «Eravamo pronti per uscire dalle cabine, la nave stava già entrando in porto, avevamo oltrepassato Golfo Aranci. Abbiamo cominciato a vedere fumo e poi abbiamo sentito la voce del comandante che ci avvisava dell’incendio e diceva a tutti i passeggeri di radunarsi a poppa. Erano più o meno le 19. Siamo andati tutti lì. Il comandante ha fatto l’appello, ci ha chiamati uno per uno. Eravamo 155. Bene, ci siamo tutti, ha detto. E, poi, abbiamo atteso un bel po’ prima di poter sbarcare. C’era qualche bambino che piangeva perché era stanco. Ma la situazione era sotto controllo, non ho visto scene di panico o gente in preda al terrore. Certo, me la sarei evitata volentieri, è la prima volta che mi succede una cosa del genere in 43 anni che vengo in Sardegna».

«Com’era la situazione a bordo? Tranquilla, sono stati bravi, meglio di così non si poteva fare», dice un’altra passeggera appena sbarcata.

«Noi non ci siamo accorti di nulla – racconta un’altra –. L’abbiamo saputo nel momento in cui abbiamo sentito la comunicazione del comandante che ci diceva di andare a poppa. Lì abbiamo atteso tutti insieme. Il personale ci ha rassicurato tanto. No, personalmente non ho avuto paura».

La nave che doveva ripartire alle 21.30, ovviamente, non ha potuto mollare gli ormeggi. Con la pancia abrustolita dovrà restare ferma per un po’. I passeggeri che erano diretti a Livorno si sono accalcati allo sportello della biglietteria per capire cosa fare: qualcuno è riuscito ad imbarcarsi con un’altra nave, ma la maggior parte ha trascorso la notte ad Olbia. La compagnia ha garantito il pernottamento fino a una spesa di 80 euro a persona. «Siamo otto dipendenti della Bartolini, ripartiremo domani mattina con la nave delle 11».

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