La Nuova Sardegna

Pil sardo giù del 10% Occupazione in calo

di Stefano Ambu
Pil sardo giù del 10% Occupazione in calo

Il rapporto annuale della Banca d’Italia esamina la tendenza del 2020 Le speranze dei primi mesi spazzate via dalle conseguenze del Covid

24 giugno 2020
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CAGLIARI. Senza il Covid, forse il 2020 sarebbe stato simile al 2019: Pil in crescita, anche se con il freno a mano tirato rispetto al 2018. E invece c'è l'emergenza coronavirus. E tutto cambia. Persino il rapporto di Bankitalia, che di solito si riferisce all'anno precedente, ha dovuto fare i conti con l'effetto pandemia. Impossibile parlare del passato con tutto quello che sta succedendo ora. E così il rapporto fotografa il presente. È una stima e non un consuntivo perché addizioni e sottrazioni si chiudono a dicembre. Ma l'indicazione è chiara: prodotto interno lordo giù del dieci per cento. Con danni da riparare soprattuto dove distanziamento e fiducia nel presente e nel futuro fanno la differenza: alberghi, ristorazione, intrattenimento.

E l'analisi sembra lapalissiana, ma va comunque fatta: «La speranza di risollevarsi- ha spiegato il direttore regionale della Banca d'Italia, Giancarlo Fasano- è legata ai segnali di ripresa che saprà dare il terziario con particolare riferimento al turismo».

Il report illustrato ieri mattina in presenza alla stampa e nel pomeriggio a tutti in streaming (al posto del tradizionale convegno) sottolinea quello che tutti hanno visto o subìto da marzo in poi: crollo dell'occupazione e delle assunzioni. Gravi le ripercussioni sul lavoro: «Soprattutto per la forte presenza in Sardegna- ha detto il direttore regionale Giancarlo Fasano- di tanti “stagionali” nel settore del turismo».

Nel primo trimestre del 2020 l’occupazione è diminuita del 2,1 per cento. E, alla fine di maggio, il numero dei nuovi contratti era inferiore di circa 44mila rispetto allo stesso periodo del 2019, oltre il 49 per cento in meno. Per quanto riguarda il lavoro, l’Inps- si legge nella relazione- stima che ci siano 66mila dipendenti senza “copertura” di ammortizzatori. Circa 111000 i sussidi erogati nei confronti dei lavoratori autonomi con il bonus 600 euro.

E poi ci sono le famiglie che si fanno più prudenti. Tutto è collegato: aspettano, non muovono l'economia e rimandano il mutuo per l'acquisto di una casa o una finanziaria per l'auto nuova. Il tema turismo e trasporti è quello più evidente. Ma ci sono altri dati che fanno capire la portata di ciò che sta succedendo e che potrebbe succedere: il lockdown ha riguardato i due quinti del valore aggiunto dell’industria manifatturiera e oltre il 20 per cento nei servizi.

Stress finanziario per le imprese: le aziende sarde a rischio liquidità nei settori chiusi sono pari quasi a un quarto. L’emergenza ha colpito soprattutto le produzioni metallifere e l’edilizia. Il rapporto prende in esame anche le iniezioni di risorse per il sistema sanitario con l’aumento del 15 per cento dei posti in terapia intensiva. Ma attenzione: la Banca d’Italia avverte che ci saranno ripercussioni sui bilanci dei comuni sardi «che dovranno sostenere perdite di feriti a fronte di spese in gran parte incomprimibili».

Il rapporto si sofferma anche sul 2019, l’anno pre covid. La pandemia ha colpito una Sardegna che si affacciava speranzosa al 2020 con il Pil in leggera crescita (più 0,2 per cento) già in decelerazione rispetto all’anno precedente. Nel 2019 avevano rallentato i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese industriali. E le vendite all’estero, dopo l’ascesa del 2018, erano diminuite. Fatturati giù nella chimica e nel petrolifero, su invece l’alimentare anche grazie agli sbocchi oltre confine. Il terziario, turismo compreso, era cresciuto. Anche se con minore forza rispetto agli anni precedenti.

Ora, però, bisognerà rifare tutti conti. La ricetta per uscire dalla crisi? Bankitalia apre le porte anche a Greta: «Nel medio termine- suggerisce il rapporto- il processo di transizione dell'economia verso una minore dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili, in particolare il carbone, oltre a concorrere alla necessità di ridurre le emissioni climalteranti della regione, potrebbe potrebbe potenzialmente fornire un contributo alla produttività dell'economia sarda».

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