La Nuova Sardegna

La pietra tombale della Cassazione

La Corte ha anche cancellato la grazia del 2004 concessa dal presidente Ciampi

04 luglio 2020
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ROMA. La decisione della Corte di Cassazione è arrivata alle 20 di giovedì: respinto il ricorso per Graziano Mesina, che significa conferma della condanna a trent’anni di reclusione incassata in Appello il 22 maggio 2018 e in parallelo un colpo di spugna sulla grazia che il Quirinale aveva concesso al bandito più famoso del dopoguerra. Adesso la partita di Mesina con la giustizia è chiusa, ai difensori non resterà che puntare sull’età dell’orgolese - 78 anni - e sulle sue condizioni fisiche non ideali per chiedere che possa scontare la pena in custodia domiciliare. Tutto questo se Mesina interromperà l’ennesima latitanza, preparata o improvvisata nel giorno della sentenza finale, per consegnarsi ai carabinieri che lo cercano dappertutto.

Nel resto della decisione, quella che riguarda gli altri imputati, un solo elemento significativo: all’avvocato Corrado Altea, per l’accusa il factotum legale della banda di trafficanti, i giudici supremi hanno tagliato una delle imputazioni riferite al riciclaggio. Col rinvio del giudizio ad una nuova Corte d’Appello di Cagliari, Altea potrebbe beneficiare di un ricalcolo della pena sulla base di 13 anni e non più di 16, uno sconto di tre anni utilissimo a garantirgli - detratta la pena già sofferta - un ritorno più vicino alla libertà. Per gli altri solo conferme ma con incidente, vittima Vinicio Fois: difeso da Teresa Camoglio, il presunto complice cagliaritano della banda Mesina era stato condannato in secondo grado a 5 anni, di cui 2 e 4 mesi già scontati: per un errore del sistema il “pre sofferto” non risultava e così Fois si è trovato, a notte inoltrata, una decina di carabinieri alla porta di casa. L’hanno preso e portato al carcere di Uta ma mentre l’avvocata Camoglio bussava in Procura generale per segnalare lo sbaglio, gli uffici si preparavano già a correggere. Risultato: Fois è tornato in libertà – il residuo di pena è coperto dalla condizionale - dopo altre dodici ore di reclusione non dovuta. Infine Efisio Mura, figura minore nella banda: per lui conferma dei 3 anni e 4 mesi incassati in Corte d’Appello il 22 maggio del 2018. (m.l)

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