La Nuova Sardegna

La Brigata Sassari vola verso il Libano

Claudio Zoccheddu
La Brigata Sassari vola verso il Libano

I “dimonios” al comando del contingente Onu per mantenere la pace nel sud del Paese lungo il confine con Israele 

05 luglio 2020
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SASSARI. La Brigata Sassari ritorna in Libano. Dopo il successo della missione di quattro anni fa, in cui i “dimonios” hanno affinato la conoscenza degli usi e dei costumi locali durante i sei mesi di permanenza. Adesso la Brigata assumerà il comando del contingente italiano e dell’intero Sector West, il settore ovest, di Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon), la Forza multinazionale di interposizione delle Nazioni Unite dislocata nel Libano del Sud. Il compito della missione, e adesso dei sassarini consiste nel garantire il rispetto della risoluzione 1701 firmata l’11 agosto 2006 dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Sarà quindi compito dei militari italiani controllare che Libano e Israele rispettino la tregua sancita dalla risoluzione dell’Onu e, allo stesso tempo “l’assistenza al governo libanese nell’esercizio della propria sovranità sul territorio e nel garantire la sicurezza dei propri confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo Stato di Israele”, spiega il tenente colonnello Marco Mele. Ma non solo, la Brigata Sassari sarà impegnata nell’assistenza della popolazione civile e nel sostegno delle forze armate libanesi “nelle operazioni di sicurezza e stabilizzazione dell’area per prevenire un ritorno delle ostilità e creare le condizioni per una pace duratura”.

Missione Leonte. Il comando dell’operazione, denominata “Leonte”, sarà affidato al generale Andrea Di Stasio, comandante della Brigata Sassari, che per sei mesi guiderà un contingente di circa 3.800 caschi blu di 16 nazionalità (Italia compresa) che sarà schierato nella regione ovest del “Paese dei cedri”. Del contingente fanno parte mille militari italiani, tra i quali 450 sassarini, che opereranno insieme ai peacekeepers (letteralmente i custodi della pace) di Armenia, Bielorussia, Brunei Darussalam, Corea del Sud, Ghana, Irlanda, Kazakistan, Macedonia del Nord, Malesia, Malta, Polonia, Serbia, Slovenia, Tanzania e Ungheria. La componente italiana dei peacekeepers è rappresentata dal personale del Comando Brigata e del 3° reggimento bersaglieri di Teulada, oltre che da una parte del 5° reggimento genio guastatori di Macomer e da altre unità specialistiche dell'Esercito.

L’organizzazione. L’emergenza sanitaria ha dettato i tempi anche dello spiegamento di forze della Brigata. Tutto il personale selezionato per la partenza è stato sottoposto, in via precauzionale, a una serie di misure di sorveglianza sanitaria studiate per prevenire possibili rischi di contagio da Coronavirus. I militari hanno quindi trascorso un periodo di isolamento e di osservazione di 14 giorni in strutture dell’isola idonee a questo tipo di permanenza dove sono stati sottoposti a tamponi e visite diagnostiche. Superate le visite mediche e la quarantena, il trasferimento dei militari della Brigata Sassari è iniziato nei giorni scorsi con la partenza del primo contingente di militari decollati dall’aeroporto di Elmas a bordo di un velivolo dell’Aeronautica Militare. Il trasferimento verrà completato entro i primo dieci giorni di agosto.



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