La Nuova Sardegna

Fiumi di droga nell’isola due bande sotto scacco

di Luciano Onnis
Fiumi di droga nell’isola due bande sotto scacco

Blitz dei carabinieri contro il narcotraffico, 33 ordinanze di custodia cautelare

08 luglio 2020
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CAGLIARI. C’è un complice di Graziano Mesina nel traffico di droga con la penisola che nel 2013 ha avuto protagonista il bandito orgolese, a capo di una delle due organizzazioni criminali dedite al narcotraffico fra Lombardia e Sardegna sgominate dai carabinieri del Ros di Cagliari. Dietro avevano un giro d’affari milionario: ogni mese portavano nell’isola circa 7 chili di cocaina, per un valore all’ingrosso di un milione di euro che poi, fra dettaglio e spaccio in strada, si quadruplicava. Il socio di Grazianeddu è Efisio Mura, condannato per quella storia a 3 anni e quattro mesi e attualmente “ospite” in una comunità, da dove ieri mattina è stato prelevato e portato nel carcere di Uta. Nello stesso penitenziario da dove riusciva a tirare le fila dello spaccio nel quartiere di Sant’Elia, suo mandamento assoluto.

I blitz all’alba. Alle prime ore di ieri una task force di duecento carabinieri ha eseguito 33 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Cagliari: diciotto in carcere, dieci ai domiciliari e cinque con obbligo di presentazione giornaliera all’autorità di polizia giudiziaria. Dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, ventinove sono sardi (Cagliari, Medio Campidano e un nuorese) e quattro lombardi originari del sud. Sei le donne che facevano parte dei due sodalizi criminali. In carcere sono finiti il boss di Sant’Elia Efisio Mura (40 anni), suo zio Pier Giorgio Mura (54), Angelo Biasioli (62, Villacidro), i cagliaritani Gianni Brandas (57), Cristian Busonera (48), Maria Elena Caria (39), Cristian “Bottolo” Fois (43), Sergio Masala (46), Jonata Matza (44), Renato Meloni (38), Manuel Domenico La Pietra (32, Reggio Calabria) e Michele Montis (54, Serramanna). Agli arresti domiciliari: Alessio Banchero (29), Cristian “Bottolino” Fois (36), Riccardo Melis (32), Susanna Melis (55), Luigi Mura (39), Roberto Pireddu (alias Patata, 60), Giovanni Zucca (41), tutti di Cagliari, Marina Nava (47, Milano) e Giovanni Cauli (54, Assemini). Obbligo di firma in caserma per Cristina Camedda (32enne, Cagliari), Beatrice Campanella (72, Trabia in provincia di Palermo, residente in Lombardia), Fabio Mocci (44, Cagliari), Maurizio Sanna (39, Cagliari) e Fausto Serra (50, Novara).

Operazione Dama. A dar peso al positivo esito della “Operazione Dama” (per la presenza di sei donne), è arrivato da Roma il capo nazionale dei Ros, generale Pasquale Angelosanto, in conferenza stampa affiancato dal colonnello Cesario Totaro, comandante provinciale dell’Arma, e dal maggiore Giorgio Mazzoli, comandante della divisione Ros di Cagliari che da due anni stava tallonando le due organizzazioni di narcotraffico. Il clan capeggiato da Efisio Mura gestiva una delle piazze di spaccio (in particolare cocaina ed eroina) più importanti del capoluogo attraverso una rigida organizzazione gerarchica tra capi piazza, pusher e vedette. Erano in grado di produrre un volume d'affari di un milione di euro al mese. Un gruppo criminale particolarmente violento, che non esitava ad imporre la propria presenza tra i palazzi popolari di Sant’Elia, in particolare in quello Gariazzo diventato famoso come centrale dello spaccio, dove i residenti “puliti” venivano costretti con la forza a fornire le proprie abitazioni per far rifugiare i pusher in occasione dei controlli operati dalle forze di polizia. Per chi non obbediva erano guai seri, con ritorsioni sempre più pesanti. Un ruolo apicale nella gang era ricoperto dalle compagne di esponenti di vertice del sodalizio: non solo condividevano le azioni criminali dei propri uomini, ma fornivano un qualificato contributo nell’organizzare i turni di vedetta e la spartizione dei proventi delle attività di spaccio. Il potenziale criminogeno del gruppo è stato ulteriormente confermata dalla capacità di Efisio Mura che, arrestato e detenuto nel carcere di Uta dall’aprile 2019, continuava a gestire gli affari illeciti attraverso una rete di utenze cellulari introdotte clandestinamente all’interno della struttura penitenziaria e utilizzati per organizzare una rete di spaccio anche tra le mura carcerarie. Le attività di indagine dei Ros di Cagliari hanno anche documentato i contatti di membri del gruppo criminale (in particolare Pier Giorgio Mura, zio di Efisio), con qualificati appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta Barbaro-Papalia di Plati, operativa a Buccinasco in provincia di Milano. La seconda organizzazione di narcotraffico tra Sardegna e provincia di Bergamo aveva a capo il guasilese Umberto Sanna, trafficante di vecchia data capace di garantire qualificati contatti con criminali albanesi e calabresi operanti nel bergamasco. Si è rivelato una delle principali linee di rifornimento di droga per le province di Cagliari e Nuoro, capace di garantire circa 7 chili di cocaina al mese. Per trasportare lo stupefacente, l’organizzazione si serviva di auto nelle quali veniva ricavato un doppio fondo e di una coppia di corrieri bergamaschi, che non esitavano a coinvolgere anche i propri figli minori per meglio dissimulare, come una famigliola in vacanza, la presenza in terra sarda. Sono stati recuperati fra il 2018 e 2019 undici chili di cocaina pura e ricostruite importazioni nell'isola per ulteriori trenta chili che hanno prodotto più di 180mila dosi nello spaccio al dettaglio.

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